Книга - L’Uomo Di Maggie

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L'Uomo Di Maggie
Bella Settarra


Libro due della serie I Cowboy di Cavern County



L'apparenza inganna… ma un ex col viso d'angelo e il cuore pieno di rancore può essere molto più pericoloso.

Libro due della serie I Cowboy di Cavern County



L'apparenza inganna… ma un ex col viso d'angelo e il cuore pieno di rancore può essere molto più pericoloso.



Maggie Welch vive in uno squallido appartamento mentre lavora in una fatiscente tavola calda a Bracken Ridge, nella contea di Cavern County. In mezzo alla monotonia, le sue giornate sono state recentemente illuminate dal bel cowboy che ha iniziato a frequentare il suo posto di lavoro. Sfortunatamente Aiden Fielding, il ricco allevatore, non può essere altro che un amico perché Maggie non ha più la posizione sociale e i soldi che invece possedeva una volta.



Aiden Fielding ha perso la testa per Maggie e approfitta di ogni occasione per godere della sua compagnia alla tavola calda, che recentemente è diventato il loro ritrovo abituale. Quando finalmente trova il coraggio di chiederle di uscire, passano una serata meravigliosa, anche se sospetta che in Maggie Welch ci sia più di quanto la ragazza voglia mostrare. Una parola di troppo da parte di Aiden, però, sembra rovinare le loro possibilità di un futuro insieme, e un successivo tentativo di aiutare Maggie finisce in un disastro quando la ragazza viene umiliata di fronte alla sua famiglia e agli ospiti di una cena.



Proprio quando le cose sembravano migliorare per Maggie, tutto crolla di nuovo. Si rende conto che Aiden non la vede nel modo in cui lei sperava, e quando lo trova a intrattenere il suo ex fidanzato, Robert Rossington, capisce che il cowboy non è certo il gentiluomo che lei aveva creduto.



Maggie sa che Rossington è un imbroglione e un ladro. Il problema è che c'è troppo altro in gioco.









Table of Contents


Books by Bella Settarra (#ueb300508-1330-5018-8d99-b2f69e3a0307)

Title Page (#uc01444fb-3f91-56ba-b5f3-b77b0b55a8df)

Legal Page (#u15e66b74-3959-5b86-b3f7-b0fca1857d27)

Book Description (#u783d6b63-ead5-5f97-ac80-fd5c91147774)

Dedica (#u81de4af5-c748-5ae2-9005-8ee8bbbff1b6)

Riconoscimenti (#u2ef7e812-ff99-5821-a3b1-13e8b06140f2)

Capitolo Uno (#uccd22f32-616d-530b-9767-7a4baa07516a)

Capitolo Due (#uf3643cbf-f5a1-5f23-bd37-1d5f74251307)

Capitolo Tre (#u42bdca84-1f49-5466-b484-552a7751cf0c)

Capitolo Quattro (#u2ed27791-ddac-56ab-afd9-cc74ed3c4881)

Capitolo Cinque (#u815e0704-9df5-5ca3-b778-e1bfff8ce2d9)

Capitolo Sei (#u60adedb3-f4c3-5a8d-9590-cee00bfd69f3)

Capitolo Sette (#u88b03759-b0f3-5117-abe2-6b8bcf47beba)

Capitolo Otto (#u7a8ab101-5c2c-5c18-809c-eb499594b5e2)

Capitolo Nove (#u874b2124-4a49-5ed7-a8fd-f616aae8dc8e)

Capitolo Dieci (#u79a7085d-a112-5d77-ac48-42506fedee2e)

Capitolo Undici (#uf456250f-f967-5e00-9112-c11303232c22)

Capitolo Dodici (#u2828f066-401a-5777-a3e5-1a635f9e8cbe)

Capitolo Tredici (#u4e226a30-3a7f-5f4b-9d48-e50f052d77bc)

Capitolo Quattordici (#ubc381512-dd13-514e-a577-50f9deed1c86)

Capitolo Quindici (#ua42b0cd6-2ab2-5b74-ac57-e9df961e419a)

Capitolo Sedici (#u1e19a63c-9711-5b48-9b4c-674b43a55ab2)

Capitolo Diciassette (#uaf2314ab-1bc5-59bb-afe2-cc5c6025ac0c)

Capitolo Diciotto (#u11374091-7be0-50e5-9a5d-22f1d4e1d0be)

Capitolo Diciannove (#u8a567a20-3f38-5c5f-8de2-b04eee421855)

Capitolo Venti (#ub57a688f-3fb8-58fa-b539-692829899b23)

More exciting books! (#u8693309e-c676-560b-8dfe-22d561dc66b9)

L’Autrice (#u91344595-49fc-5862-bf16-c3efed6fd880)


Totally Bound Publishing books by Bella Settarra



The Cowboys of Cavern County

Carla’s Cowboys (http://www.totallybound.com/carlas-cowboys)

Maggie’s Man (http://www.totallybound.com/maggies-man)

Two for Trinity (http://www.totallybound.com/two-for-trinity)

Isla’s Irish Cowboy (http://www.totallybound.com/islas-irish-cowboy)

Savannah’s Saviors (http://www.totallybound.com/savannahs-saviors)


I Cowboy di Cavern County

L'UOMO DI MAGGIE

BELLA SETTARRA


L'uomo di Maggie

ISBN # 978-1-80250-037-0

©Copyright Bella Settarra 2016

Cover Art by Posh Gosh ©Copyright Ottobre 2016

Traduzione di Sara Coccimiglio 2021

Interior text design by Claire Siemaszkiewicz

Totally Bound Publishing



Questa è un'opera di finzione. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi sono frutto dell'immaginazione dell'autore e non devono essere confusi con i fatti. Qualsiasi somiglianza con persone, vive o morte, eventi o luoghi è puramente casuale.



Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma materiale, sia tramite stampa, fotocopia, scansione o altro senza il permesso scritto dell'editore, Totally Bound Publishing.



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L'autore e l'illustratore hanno fatto valere i loro rispettivi diritti ai sensi del Copyright Designs and Patents Acts 1988 (e successive modifiche) per essere identificati come autore di questo libro e illustratore del lavoro artistico.



Pubblicato nel 2021 da Totally Bound Publishing, Regno Unito.



Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scannerizzata o distribuita in qualsiasi forma stampata o elettronica senza autorizzazione. Si prega di non partecipare o incoraggiare la pirateria di materiali protetti da copyright in violazione dei diritti degli autori. Acquistare solo copie autorizzate.



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Libro due della serie I Cowboy di Cavern County

L'apparenza inganna… e un ex col viso d'angelo e il cuore pieno di rancore può essere decisamente pericoloso.



Maggie Welch vive in uno squallido appartamento mentre lavora in una fatiscente tavola calda a Bracken Ridge, nella contea di Cavern County. In mezzo alla monotonia, le sue giornate sono state recentemente illuminate dal bel cowboy che ha iniziato a frequentare il suo posto di lavoro. Sfortunatamente Aiden Fielding, il ricco allevatore, non può essere altro che un amico perché Maggie non ha più la posizione sociale e i soldi che invece possedeva una volta.



Aiden Fielding ha perso la testa per Maggie e approfitta di ogni occasione per godere della sua compagnia alla tavola calda, che recentemente è diventata il loro ritrovo abituale. Quando finalmente trova il coraggio di chiederle di uscire, passano una serata meravigliosa, anche se sospetta che in Maggie Welch ci sia più di quanto la ragazza voglia mostrare. Una parola di troppo da parte di Aiden, però, sembra rovinare le loro possibilità di un futuro insieme, e un successivo tentativo di aiutare Maggie finisce in un disastro quando la ragazza viene umiliata di fronte alla sua famiglia e agli ospiti di una cena.



Proprio quando le cose sembrano migliorare per Maggie, tutto crolla di nuovo. Si rende conto che Aiden non la vede nel modo in cui lei sperava, e quando lo trova a intrattere il suo ex fidanzato, Robert Rossington, capisce che il cowboy non è certo il gentiluomo che lei aveva creduto.



Maggie sa che Rossington è un imbroglione e un ladro. Il problema è che c'è troppo altro in gioco.


Dedica

Ad Annie, con un sacco di amore. XX


Riconoscimenti

L'autore riconosce lo stato di marchio registrato e i proprietari dei seguenti marchi menzionati in questa opera di fantasia:



Levi’s: Levi Strauss and Co. Corporation

Louixs: The Grand Metropolitan Companies

The Beverly Hills Cigar Club: The Grand Metropolitan Companies

Ben & Jerry’s: Ben & Jerry’s Homemade Inc.

Good Time: Alan Jackson

Bridal Chorus: Richard Wagner

Lohengrin: Richard Wagner


Capitolo Uno

Maggie sorrise al bel cowboy che si era seduto di fronte a lei al bancone. Era andato lì tutti i giorni nelle ultime settimane e non dava ancora segno di stancarsi della sua cucina… o della sua compagnia.

“Buongiorno, Maggie. Prendo un caffè e uno di quei dolci alla cannella, per favore.” I suoi occhi azzurri scintillarono mentre si toglieva il cappello e lo posava sullo sgabello accanto a sé.

“Arrivano subito. Sta diventando un’abitudine, non è vero?” gli sorrise. “Non che mi stia lamentando, ovviamente.”

“Sì. Nessuno cucina come te. Vale la pena fare il viaggio fino a qui.” Prese il piatto dalle sue mani, inspirando l’odore di cannella fresca.

“Oh, certo,” rispose, un po’ delusa.

Lui dovette notare la sua espressione. “Di sicuro conosci la strada per arrivare al cuore di un uomo,” aggiunse rapidamente.

Bel tentativo. Lei ridacchiò. “Beh, vorrei che fosse tutto quello che serve,” scherzò.

L’uomo alzò le sopracciglia, bevendo un sorso di caffè. “Non dirmi che sei single?”

Maggie sorrise. “Lo sono,” rispose, ammirando il suo modo sottile di chiederlo. “Lo so che è difficile da credere, non è vero?” Si portò una mano dietro la testa, mettendosi in posa come una modella. Alzando il naso in aria, gli lanciò uno sguardo da cerbiatta prima di scoppiare a ridere. Sapeva di essere troppo vecchia e troppo grassa per sfoggiare un aspetto da top model, ma si stava divertendo a fingere. In realtà era ancora lontana dai trent’anni, ma si sentiva più come se ne avesse centotrenta.

“Non riesco davvero a immaginare come mai tu non sia sposata.” L’uomo sembrava serio, con suo grande stupore.

Lei sospirò, voltandosi rapidamente per non guardare più il suo bel viso mentre si asciugava le mani sul grembiule.

“Possiamo avere un caffè, signorina?” la chiamò un signore anziano che si era appena seduto vicino a una delle finestre insieme a una donna che, immaginò Maggie, doveva essere sua moglie.

“Ma certo.” Maggie si sentì improvvisamente agitata. Non si era accorta del loro arrivo perché era stata troppo occupata a ridere con Aiden Fielding, quello splendido cowboy.

Le tremò la mano mentre versava il caffè, e rovesciò una delle tazze con il bordo della caffettiera, facendo scorrere il liquido nero e caldo lungo il bancone.

“Maledizione!” Si sentì avvampare e capì che stava arrossendo. Fu colta dal panico mentre cercava rapidamente di rimediare a quel pasticcio.

“Ehi, ehi. Stai bene?” Aiden si alzò in piedi in un secondo, spostando ogni cosa fuori dalla portata del caffè che si stava allargando sempre di più sul bancone. La sua voce era calma e gentile e Maggie avrebbe tanto voluto essere composta come lui.

“Sì, ho solo…” Prese un panno e asciugò quello che aveva versato, sorpresa di vedere Aiden tuffarsi dietro il bancone e afferrare una tazza pulita.

L’uomo versò velocemente le bevande e le mise su un vassoio mentre lei continuava ad asciugare il bancone. “Ti sei scottata?”

In un attimo fu proprio accanto a lei, che fu avvolta dal profumo della sua fresca acqua di colonia. Aveva inspirato il suo odore quando era stato dall’altra parte del bancone e, adesso che le era di fianco, aveva l’impressione di essere circondata da quell’aroma inebriante. Era un uomo esteticamente meraviglioso e sembrava in qualche modo interessato a lei. Ma doveva ricordare a se stessa che Aiden era fuori dalla sua portata e anche troppo giovane per interessarle. Nonostante avesse un paio d’anni più di lei, Maggie di solito era attratta da uomini molto più grandi… non che ne avesse avuti poi così tanti.

“Eh… No, sto bene. Grazie,” balbettò, mentre lui la guardava con occhi preoccupati. “Farò meglio a occuparmi di questi.” Prese il vassoio dalle sue mani, sfiorandolo mentre usciva da dietro il bancone per servire i clienti.

“Vi consiglio i dolcetti alla cannella,” disse Aiden alla coppia di signori mentre Maggie serviva loro il caffè.

“Sembra davvero una buona idea,” concordò l’uomo, guardando prima Aiden e poi la moglie. “Cosa ne pensi, Sylvia? Dolcetti alla cannella?”

Maggie notò che il viso della donna si illuminava, più o meno come accadeva a lei quando qualcuno menzionava il cibo in sua presenza.

“Ooh, sì, per favore!” La signora sorrise eccitata.

“Ne prendiamo due, grazie.” L’uomo annuì in direzione di Maggie.

“Nessun problema.” Tornò velocemente al bancone e mise due bei dolcetti caldi su un piatto. Vi poggiò sopra anche due coltelli e un paio di tovagliolini, poi sorrise ad Aiden prima di portarli alla coppia.

“Grazie per l’aiuto. Sei bravo con i clienti,” disse al cowboy quando tornò al bancone. Si era già posizionato sullo sgabello al suo solito posto e stava sorseggiando il caffè.

“Devo fare in modo che tu mantenga il tuo posto di lavoro,” disse con una risata.

“Non è questo il motivo, e lo sai.” Sospirò lei, alzando gli occhi al cielo.

Aiden si accigliò. “Questa è la seconda volta stamattina che dico la cosa sbagliata,” disse, socchiudendo gli occhi. “Va tutto bene, Maggie?”

Lei esitò, sconvolta per avergli rivelato parte dei suoi pensieri. “Oh, certo. E no, non hai detto niente di sbagliato.” Cercò di rassicurarlo ma capì di non averlo convinto. “Va tutto bene, davvero.”

Si mise a sistemare alcuni piatti in modo da non doverlo guardare, però riusciva a sentire il suo sguardo piantato su di sé.

“Ti piace lavorare qui?” le chiese dopo un paio di minuti.

Maggie si voltò di nuovo verso di lui, sorridendo. “Sì, naturalmente.”

Seguì il suo sguardo mentre l’uomo si guardava intorno nella piccola tavola calda. Era un posto accogliente con tovagliette a quadri rossi posti su tavoli con alcune gambe traballanti, circondato da sedie vecchiotte e mal assortite. Alcuni separé occupavano un lato della stanza mentre una fila di tavoli era disposta davanti alle finestre. Dall’altra parte c’era una piccola porta che conduceva in cucina, situata dietro il bancone dal quale Maggie serviva il caffè. Alcuni sgabelli tipici dei bar erano allineati di fronte al bancone dall’altro lato in modo che i clienti, come Aiden, potessero facilmente sedersi lassù e bere una tazza di caffè fumante o fare due chiacchiere con la cameriera.

“È mai affollato, qui?” domandò.

“Non proprio,” rispose Maggie. “Ma è positivo, dato che il capo si rifiuta di assumere altro personale. Dice che io gli costo già abbastanza.”

Maggie ripensò alla miseria che guadagnava lavorando lì ogni giorno. La sua unica consolazione era che si trattava di un lavoro facile e non doveva fare un lungo viaggio per arrivarci. Il problema era che Bracken Ridge, dove si trovavano, era così lontana da tutto che non avevano quasi mai clienti. Il Melrose Motel si trovava di fronte a loro, ma neanche lì gli affari andavano a gonfie vele, quindi non avevano molti ospiti per cui cucinare o a cui servire il caffè. La maggior parte delle persone semplicemente attraversava il minuscolo villaggio per raggiungere città più grandi e interessanti come Almondine e Pelican’s Heath, facendo un viaggio breve e tranquillo.

“Ma se gli affari riprendessero lo farebbe, giusto?” Aiden sembrava pensieroso.

“Sì, come no. Come se potesse succedere.” Si asciugò di nuovo le mani sul grembiule. “Detto tra me e te, è più facile che chiuda del tutto,” gli confessò in modo sommesso.

Aiden sembrava sorpreso. “E tu cosa faresti in quel caso, con l’affitto e tutto il resto?”

“Oh, non preoccuparti per me. È più probabile che mi buttino fuori da quell'appartamento prima di ritrovarmi disoccupata, comunque, quindi non farebbe molta differenza in entrambi i casi.”

Il suo volto scioccato le disse che aveva detto troppo, e si ammonì interiormente per aver lasciato che la sua lingua lunga prendesse il sopravvento. In Aiden c’era qualcosa. Era così facile parlare con lui.

“Grazie mille, cara. La colazione era fantastica.” La coppia di anziani si alzò dal tavolo, dirigendosi verso la porta.

“Sono felice che vi sia piaciuta. Vi aspettiamo di nuovo.” Maggie fu grata per la distrazione e si affrettò a sparecchiare il tavolo, notando che avevano lasciato una grossa mancia insieme al conto.

Quando tornò al bancone, Aiden stava parlando al cellulare. “Sì, digli che siamo interessati,” disse. “Decisamente. Vogliamo quel terreno al miglior prezzo possibile, va bene? Grazie, a più tardi.”

“Tutto bene?” gli chiese, sentendosi delusa quando lo vide alzarsi.

“Come al solito. Sto cercando di comprare alcuni terreni per il ranch, per allargarlo un po’.” L’eccitazione brillava nei suoi occhi mentre annuiva, sorridendo. “Ecco… che ne dici di un drink, stasera? A che ora finisci?” Si mise il cappello.

Lei si accigliò, sorpresa. “Non credi che sia un po’ vecchia?”

“Troppo vecchia per andare a bere qualcosa?”

Lei ridacchiò, col cuore che batteva all’impazzata. Le piaceva davvero quell'uomo e le piaceva la sua compagnia. Aveva ragione, però: stavano solo parlando di andare a bere qualcosa. “Va bene. Stacco alle sette.” Qualcosa le bruciò dentro e non riuscì a fare a meno di sorridere al pensiero di passare del tempo con quel muscoloso cowboy.

“Vengo qui, allora,” rispose lui con un sorriso, gettando una manciata di banconote sul bancone.

“Non vedo l’ora.” Maggie era triste di vederlo andare via ma era bello pensare che lo avrebbe rivisto entro poche ore.



* * * *



Aiden salì a bordo del suo pick-up. Gli piaceva molto Maggie Welch ed era contento di aver finalmente trovato il coraggio di chiederle di uscire. Erano passate alcune settimane da quando si erano conosciuti e gli era piaciuta fin da subito. Sembrava essere sempre felice e allegra, ed era stato uno shock vederla sconcertata e un po’ pensierosa quel giorno. Doveva essere successo qualcosa.

Percorse la strada secondaria verso Pelican’s Heath, aspettando con impazienza il momento in cui l’avrebbe rivista più tardi. Era ovvio che avesse detto la cosa sbagliata quando aveva menzionato il matrimonio. Lo aveva inteso come un complimento ma aveva capito subito di aver toccato un nervo scoperto. E cos’era quella storia di perdere sia il lavoro che la casa? Quella ragazza aveva sempre un’espressione coraggiosa ma era evidente che le cose con le andassero bene tanto quanto si sforzava di farle apparire.

Ben, suo fratello maggiore, lo stava aspettando quando arrivò al ranch. “Non cerco neanche di indovinare dove sei stato.”

Aiden sghignazzò. “Ho un appuntamento con lei stasera.”

Ben scoppiò a ridere. “Ce l’hai fatta!? Cosa diavolo ti ha trattenuto fino ad ora?”

“Molto divertente. Volevo solo aspettare che fosse il momento giusto. Ecco tutto. Non credo sia così sicura di sé come sembra, sai?”

Seguì Ben fino a uno dei prati che si affacciavano verso sud all'interno del Fielding Ranch.

“Non vedo l’ora di incontrarla,” mormorò Ben, scuotendo la testa.

“Tempo al tempo, Ben.” Aiden non era così sicuro che la sua famiglia avrebbe approvato Maggie.

Ben ridacchiò, guardando il terreno davanti a loro. “Beh, sarai sicuramente in grado di impressionare quella ragazza se riusciremo a comprare tutto questo,” osservò.

Aiden sospirò. Sapeva che i soldi e i possedimenti materiali non avrebbero fatto colpo su una ragazza come Maggie, e ne era contento. Non poteva spiegarlo a Ben, però.

“Comunque, ho detto a Walker che siamo interessati,” disse invece, “ma a un prezzo ragionevole. Non possiamo far capire a quel tizio quanto lo vogliamo.”

Ben annuì. “Sì. Non conosciamo nemmeno questo Rossington. Sembra che abbia acquistato alcune proprietà di recente e ora voglia rivenderle. Sapevo che il vecchio Jake Parry era morto ma pensavo che la sua famiglia fosse interessata a mantenere tutto.”

“Forse hanno dei problemi a farcela,” rifletté Aiden. “Credi che avremmo dovuto offrire loro più aiuto?”

“Se somigliano anche solo un po’ al vecchio, probabilmente avremmo dovuto implorare per aiutarli.” Ben sbuffò. “Quella vecchia carogna non ti avrebbe regalato neanche un’ora del suo tempo. Di sicuro non ti ringrazierebbero per avergli offerto il tuo aiuto. Probabilmente lo prenderebbero come un insulto, secondo me. No, credo che abbiamo fatto bene a lasciare che facessero come volevano, fratellino.”

Aiden sospirò. Ben probabilmente aveva ragione. Jake Parry non era conosciuto per essere il più amichevole degli uomini, e la sua famiglia sembrava aver ereditato in pieno quella caratteristica. Era stato un uomo ricco, però, e possedeva molte terre da quelle parti. Se solo avessero potuto mettere le mani sui pochi acri che confinavano con la loro proprietà, sicuramente sarebbe stato un motivo di crescita notevole per il Fielding Ranch.

“Adorerei vedere i nostri purosangue laggiù,” osservò malinconicamente Ben, indicando uno dei campi.

Aiden scosse la testa. “Nah, credo che dovremmo procurarci più quarter horse. Sono dei buoni tuttofare. E se iniziassimo a dare lezioni di equitazione, come ha suggerito Josie, sarebbero perfetti per quel compito.”

Ben si accigliò, guardandolo di nuovo. “Ma pensa cosa significherebbe procurarsi altri purosangue di valore. Darebbero una buona impressione alle persone che verrebbero a seguire le tue lezioni. Lascia che vedano quanto siamo ricchi. Dobbiamo far apparire tutto perfetto e i pochi purosangue che abbiamo non sono abbastanza per mostrarlo.”

Aiden sospirò. Quell’argomento ormai era una costante nelle loro conversazioni. Ben sembrava più interessato a come appariva la loro proprietà al mondo esterno, piuttosto che alle cose pratiche.

“Ma non rimarremo ricchi a lungo se iniziamo a buttare denaro in cavalli da spettacolo,” obiettò. “Possiamo ottenere molti più quarter horse per la stessa cifra e oltretutto saranno utili per i lavori del ranch.”

“Ne abbiamo più che abbastanza. Non abbiamo bisogno di prenderne altri, non al momento perlomeno. Credo che sia necessario aumentare il prestigio dei Fielding, e il modo migliore per farlo sia acquistare solo il meglio.”

Aiden alzò gli occhi al cielo. “Bene, ci penseremo quando avremo acquistato il terreno, d’accordo? Un passo alla volta.”

Ben annuì e sorrise, il che fece pensare ad Aiden che, per quanto lo riguardava, era sicuro di aver avuto la meglio nella discussione. Maledizione!


Capitolo Due

Maggie si sentì un po' nervosa, ma al tempo stesso entusiasta, quando vide Aiden Fielding entrare nella tavola calda alle sette in punto. Era davvero sexy con i Levi's aderenti e la camicia un po' aperta sul davanti. Maggie era contenta di aver indossato una graziosa maglia floreale insieme ai jeans e di aver anche pettinato con cura le lunghe ciocche bionde di solito strette in una coda di cavallo, che oggi invece le scivolavano liberamente sulle spalle. Aveva anche passato un filo di lucidalabbra e applicato il mascara, sperando che quel trucco fosse sufficiente per fare una buona impressione.

“Pronta?”

Maggie sorrise. Era più che pronta. Quindici minuti prima aveva quasi costretto gli ultimi clienti ad uscire in modo da poter pulire tutto e avere anche il tempo di sistemarsi prima che lui arrivasse.

“Pronta.” Prese la borsa e il cappotto dal bancone e lo seguì fino alla porta, chiudendola a chiave quando furono usciti entrambi.

“Sei adorabile.” Il viso di Aiden risplendeva nella luce fioca mentre le sorrideva e Maggie percepì un calore nello stomaco che non provava da molto tempo.

“Anche tu.” Arrossì, non del tutto sicura che adorabile fosse la cosa giusta da dire a un uomo, nonostante fosse la verità. Era un po' fuori allenamento con quel genere di cose.

Lui ridacchiò e la condusse verso il pick-up, che era stato chiaramente ripulito per l'occasione. “Hai mangiato?” Le aprì la portiera e le tese una mano per aiutarla a salire.

“No, ma…”

“Bene. Ho pensato che potremmo mangiare qualcosa mentre siamo fuori. Sono affamato.” Tirò la cintura di sicurezza ma Maggie l'afferrò dalle sue dita prima che potesse allacciargliela.

“Grazie,” disse, agganciandola da sola. Era una ragazza molto in carne ed era consapevole del proprio peso. L'ultima cosa che voleva era che quell'uomo stupendo le agganciasse la cintura toccandole la pancia grassa. “Mangiare qualcosa mi va bene.” Lo guardò chiudere la portiera e fare il giro del pick-up.

“Hai trascorso un bel pomeriggio?” le chiese mettendo in moto. Quel veicolo era chiaramente di qualità. La tappezzeria in pelle era immacolata e nell'abitacolo si respirava ancora il piacevole odore di nuovo. Il cruscotto di noce era stato lucidato alla perfezione e il sedile era morbido e confortevole.

Maggie annuì. “Sì, e tu?”

“Fantastico.” Le sorrise. “Ricordi quando ti ho detto che speriamo di poter comprare più terreni per espandere il ranch? Bene, alcuni di questi sono stati appena messi in vendita nella proprietà che si affaccia sui nostri campi, a sud.”

“Ottimo!” Era davvero felice per lui, anche se quella conversazione era un altro promemoria che il ragazzo era fuori dalla sua portata.

“Sì, solo che mio fratello maggiore ha già le idee ben chiare su come utilizzarli.” Scosse la testa con un sospiro. “Lui vorrebbe comprare dei purosangue, io dei quarter horse, che sono ottimi anche nei lavori pesanti. Sto pensando di utilizzare quei terreni per la scuola di equitazione e i quarter sono perfetti per questo tipo di impiego.”

“Ha senso. Perché tuo fratello vuole i purosangue?” chiese, incuriosita.

“Per lo stesso motivo per cui vuole ogni cosa,” borbottò Aiden. “Per apparire.”

“Oh.”

Aiden le lanciò un'occhiata. “Gli importa solo di come appaiono le cose all'esterno” le spiegò. “Io preferirei usare i nostri soldi per qualcosa di cui abbiamo bisogno e che possiamo anche utilizzare. So che i purosangue sono un investimento ma in questo momento dobbiamo pensare a mantenere le entrate, capisci? Avremo tutto il tempo di pensare alle apparenze quando avremo avviato delle attività che ci porteranno del denaro in cassa.” Sospirò, spingendosi un po' indietro il cappello sulla testa. A quel movimento i capelli biondi e ondulati gli accarezzarono la fronte.

“Sono d'accordo con te,” rispose Maggie pensierosa. “Prima gli aspetti pratici e utili. Il resto può aspettare.”

Lui le fece l'occhiolino. “Sono contento che tu la veda nel mio stesso modo.”

Maggie lo guardò mentre si dirigeva verso la strada principale e poi in direzione della città. Sembrava molto sicuro di sé mentre guidava il grosso pick-up e tutto di lui gridava ricchezza. Sebbene fosse vestito in modo casual, sembrava educato e intelligente. Odorava di quella splendida colonia che lei sapeva costare una fortuna. Qualcosa nei suoi modi le diceva che era un ragazzo abituato alla vita facile, non qualcuno che doveva tenere conto di ogni centesimo. Era felice per lui, ovviamente. Si sentiva solo dispiaciuta per se stessa, una cosa che odiava fare, e si ammonì silenziosamente per essersi di nuovo sminuita.

Aiden si fermò di fronte a un ristorante-caffetteria dall'aspetto ricercato.

Maggie esitò. “Sono vestita nel modo giusto per questo posto?”

Lui le sorrise, chinandosi verso di lei. “Non lo sapevi? Il casual ha preso ormai il posto dell'eleganza da queste parti.”

Maggie ricambiò il sorriso. Aiden trasudava sicurezza e la ragazza non poté fare a meno di lasciare che un po' di essa si riversasse su di lei. “Se lo dici tu.”

“Dai, andiamo.” Le fece l'occhiolino mentre scendeva in fretta, facendo il giro del pick-up e aprendole lo sportello proprio mentre lei si slacciava la cintura di sicurezza.

La sensazione delle loro mani unite mentre l'aiutava a scendere le inviò un brivido di piacere lungo la schiena. Notò che il maître gli sorrideva mentre entravano.

“Sei già stato qui?” domandò Maggie.

Aiden annuì. “Un paio di volte.”

“Signor Fielding, che piacere rivederla. Desidera il solito tavolo vicino alla finestra?”

“Sarebbe fantastico, Enriqué.” Mise una mano in fondo alla schiena di Maggie mentre seguivano l'uomo fino al loro tavolo.

Maggie attese che il maître tirasse indietro la sedia per lei poi lasciò che le sistemasse il tovagliolo sulle gambe. L'uomo schioccò le dita in direzione di una cameriera, che portò i menu e la carta dei vini.

“Vi lascio leggere il menu,” disse il maître con un sorriso. “Desiderate un aperitivo mentre decidete?”

“Per me uno sherry dolce, Enriqué. Scegli tu l'anno. Maggie?” Aiden la guardò.

“Ehm, lo stesso anche per me, grazie.” Riuscì a sorridere e un attimo dopo il maître e la cameriera si allontanarono.

Maggie si mosse a disagio. Sebbene alcuni degli altri commensali fossero in jeans, i loro sembravano molto più costosi dei suoi e le donne indossavano maglie firmate e gioielli scintillanti, che Maggie immaginava non fossero falsi. “Sei sicuro che io non sia fuori posto?” sussurrò.

Aiden si accigliò, stupito. “Certo che no. Sei bellissima, Maggie. Non ti avevo mai vista con i capelli sciolti, sei adorabile.” Le sorrise e la ragazza sentì il calore riempirla.

Maggie tornò a concentrarsi sul menu che teneva in mano. “Cosa pensi di ordinare?” Aveva già notato i prezzi delle portate e la cosa la faceva sentire un po' inquieta.

“Penso che mi tufferò subito sulla bistecca,” rispose lui con una risatina, arrossendo lievemente. “Ma puoi prendere anche un antipasto se ti va.”

“No, no. La bistecca va benissimo. Al sangue, per favore.”

Aiden sorrise, chiudendo il menu. Il maître doveva essere rimasto nelle vicinanze perché apparve un attimo dopo e prese entrambi i menu. “Ha scelto, Signor Fielding? E la signora?”

“Prendiamo entrambi la tagliata, al sangue e con tutti i contorni, grazie. E un buon rosso per accompagnarla. Châteauneuf-du-Pape?” Guardò interrogativamente Maggie, che annuì. Era passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che la ragazza aveva bevuto qualcosa di così costoso.

Non appena Enriqué se ne fu andato, Aiden allungò le mani sul tavolo e prese quelle di Maggie. Lei fu sorpresa di sentire quanto fossero calde e gentili mentre le accarezzava teneramente le dita.

“Allora, dimmi tutto. Voglio sapere ogni cosa di te,” le disse sorridendo.

“Non c'è molto da dire,” gli assicurò, sentendosi improvvisamente un po' nervosa.

“Di dove sei? Hai una famiglia? Quali altri lavori hai svolto? Quali sono i tuoi piani per il futuro? Qual è il tuo colore preferito?” Ridacchiò, bevendo un sorso del suo sherry.

“Oh mio Dio, sono un sacco di cose quelle che vorresti sapere”, gli disse ridendo a sua volta. E non voglio dirti niente, pensò mestamente. “Okay, il mio colore preferito è il rosso. Qual è il tuo?”

“Verde,” rispose subito.

“Il colore dell'erba, è carino”, rifletté a voce alta. Il colore dei soldi, pensò invece.

Lui annuì. “Sei una vera ragazza di campagna, dico bene?” Le sorrise con approvazione.

“Sì.” Lo sono ora. Con i jeans e gli stivali da cowboy che indossava non era strano che Aiden lo avesse pensato ma Maggie sapeva quanto l'aspetto potesse essere ingannevole.

“Anche tu sei un ragazzo di campagna, giusto?” Era pronta a scommettere che fosse cresciuto nel ranch di famiglia, una famiglia che un tempo sarebbe rientrata a tutti gli effetti in quella che era considerata la nobiltà terriera, mentre lei al massimo poteva assomigliare a una normale montanara.

“Nato e cresciuto nel Fielding Ranch,” rispose, confermando i suoi pensieri.

“E vivi ancora lì? Con la tua famiglia?”

“Ho un cottage per conto mio all'interno della proprietà. Mia sorella Josie e suo marito vivono nella casa principale. Ben, nostro fratello maggiore, preferisce vivere appena fuori città, ma lavora ancora nel ranch.” Bevve un altro sorso del suo drink.

“E i tuoi genitori?” Si accigliò subito dopo averlo detto, preoccupata di aver toccato un nervo scoperto.

“Non ci sono più.” Sorrise in modo un po' triste.

Maggie sapeva che era un argomento delicato. “Mi dispiace,” mormorò. “Non avrei dovuto chiederlo.”

“Non preoccuparti. Va tutto bene.”

Fu sorpresa di sentire le sue lunghe dita solleticarle il dorso della mano e si rese conto che doveva essere preoccupato di averla turbata. Si affrettò a sorridergli per cercare di rassicurarlo. Era davvero premuroso e lei lo apprezzava molto.

“Allora Maggie, abiti a Bracken Ridge?”

Il cibo arrivò proprio in quel momento e lei fu grata per la distrazione. “Non lontano dalla tavola calda,” rispose, respirando l'aroma delizioso della carne che aveva davanti. Il sommelier arrivò con il loro vino e la ragazza osservò Aiden assaggiarlo. Fece un cenno al cameriere che poi ne versò la giusta quantità in entrambi i bicchieri.

“A noi.” Aiden alzò il bicchiere per brindare e lei ricambiò, un po' sorpresa dalla dedica.

“A noi,” gli fece eco, chiedendosi cosa volesse dire.

Era un uomo adorabile e le piaceva davvero la sua compagnia, ma sicuramente anche lui poteva vedere che non c'era futuro per loro, no? Un vero peccato.

Il sapore ricco del vino le solleticò la gola col gusto di spezie calde, erbe aromatiche e un pizzico di selvaggina. Poteva dire quasi con certezza che si trattava di un buon anno, forse il 2005 o il 2007, suppose, e si leccò le labbra mentre il gusto caldo le danzava sulla lingua. Chiuse gli occhi per assaporarlo meglio e fu sorpresa di vedere Aiden che la osservava da vicino quando li riaprì.

“Ti piace?” le chiese.

“Lo adoro,” rispose, “sia il vino che lo stesso Châteauneuf-du-Pape.” Si leccò di nuovo le labbra per godersi fino all'ultima goccia.

Aiden si raddrizzò sorpreso. “Ci sei stata?”

Maggie sorrise, rendendosi conto che Aiden non poteva immaginare la metà delle cose che aveva fatto nella sua vita, supponendo che fosse solo una ragazza di campagna all'antica.

Annuì. “Mi piaceva andare nel sud della Francia,” rispose, mentre il ricordo delle lunghe e calde giornate trascorse a visitare i vigneti come se fosse una specie di ospite speciale le attraversò la mente. “Il tempo lì è bellissimo e le persone sono davvero gentili e generose.” Ricordava quante casse di vino avevano ricevuto lei e il suo fidanzato prima di ripartire, una sorta di ringraziamento per tutti gli affari che avevano fatto fare alle piccole cantine.

Aiden sembrava impressionato. “Quando ci sei andata? Come ci sei arrivata? Era per una vacanza?”

“Qualcosa del genere.” Prese un boccone della tagliata appetitosa e gemette per il gusto che le accarezzò le papille gustative. Era passato davvero molto tempo dall'ultima volta che aveva mangiato qualcosa di così delizioso.

“Una donna misteriosa,” osservò Aiden.

“Non proprio,” rispose con un sorriso. “Ho solo vissuto un po' più di te e viaggiato più lontano, tutto qui.”

Lui la guardò con aria accigliata. “Non sei più vecchia di me,” protestò. “Anche se capisco che potresti aver viaggiato ben più di me. Non mi sono mai mosso dalla contea di Cavern County.”

Maggie era contenta che lui fosse troppo gentiluomo per chiederle la sua età e si limitò a sorridergli. Aveva visto giusto quando aveva immaginato che Aiden avesse avuto una vita protetta e di lusso.

“Ti dà fastidio?” chiese, un po' preoccupato.

“Dipende”, rispose, socchiudendo gli occhi, “da quello che stai pensando.” Sentì un bruciore allo stomaco mentre guardava i suoi occhi scurirsi. Era davvero un uomo stupendo, e lei avrebbe voluto portare le cose oltre con lui, ma…

“Voglio vedere ogni cosa di te.”

Le sue parti intime si strinsero nell'udire la sua voce profonda e lo sguardo nei suoi occhi le disse che era ben consapevole delle insinuazioni nella sua dichiarazione.

Deglutì a fatica. “V-vuoi farlo?” Si sentì scaldare e capì che stava arrossendo. Sperava che fosse troppo buio perché lui se ne accorgesse, anche se, ricordò con un sospiro, lei lo aveva chiaramente visto arrossire prima. La sua espressione le disse che se n'era accorto perfettamente.

“È un problema?” Allungò la mano sul tavolo e l'appoggiò sul braccio di lei.

Maggie si morse il labbro con ansia. Come devo rispondere?

Scosse lentamente la testa, sapendo dannatamente bene che le sarebbe piaciuto vedere di più di quel sexy cowboy, in più di un modo.

“Bene.” Le accarezzò il braccio prima di togliere la mano per prendere un sorso di vino.

La ragazza si sentiva quasi triste per non avere più le sue dita a contatto con la propria pelle. Bevve in fretta dal proprio bicchiere, cercando di trarre un po' di forza dalla calda ricchezza del liquore.

“Quindi te ne intendi di vino?” chiese Aiden riprendendo a mangiare ma al tempo stesso studiandola attentamente.

“Un po',” rispose con indifferenza.

“Ed è qualcosa che ti interessa?”

“Non particolarmente. È solo qualcosa che ho imparato nel corso degli anni. Quando entri nelle cantine, tutti sembrano volerti raccontare ogni cosa dei vitigni e della loro coltivazione. Ad esempio, sapevi che questo vino è ottenuto principalmente da tre tipi di uva: il granache noir, il syrah e il Mourvedre?”

Aiden la guardò meravigliato mentre posava il bicchiere. “No, non lo sapevo.”

“Più Mourvedre usano, più è possibile sentire il sapore di pianta, come in un vino più giovane,” continuò, bevendo un altro sorso.

“Beh, è affascinante,” ammise l'uomo, studiandola con interesse

Lei sorrise, contenta di averlo impressionato.

“Mi piacerebbe fare un viaggio laggiù” disse Aiden dopo un paio di minuti.

“Dovresti farlo.” Bevve un altro sorso appena prima che lui prendesse la bottiglia e le riempisse il bicchiere. “Penso che tutti dovrebbero viaggiare.”

“Potrei aver bisogno di portare una guida con me,” le disse in tono scherzoso.

“Sono il tuo uomo… cioè, donna,” si corresse.

Lui rise. “Sì, lo terrò a mente.”

La testa di Maggie stava diventando leggera, e la ragazza sapeva che probabilmente aveva bevuto troppo vino a stomaco vuoto, quindi si mise a mangiare. L'ultima cosa che voleva era ubriacarsi quella sera. Gli aveva già detto fin troppo…


Capitolo Tre

A Maggie non era passato per la mente che Aiden volesse riaccompagnarla al suo appartamento dopo la serata che avevano trascorso insieme. Certo, era un gentiluomo ed era ovvio che lo avrebbe fatto, ma Maggie non aveva immaginato la loro uscita fino a quel punto. Si era aspettata solo di fare un salto in un bar del posto, prendere un paio di drink e poi pagare un taxi per tornare a casa, mentre Aiden si incontrava con altri amici, o qualcosa del genere.

“È proprio qui,” gli disse, rabbrividendo. Quel posto era tutt'altro che elegante e Maggie sapeva che lui ne sarebbe rimasto sconvolto.

“Non ci sono lampioni da queste parti?” Aggrottò la fronte, accendendo i fari abbaglianti.

“No.” Si sentiva un po' imbarazzata. Di solito non le dava fastidio, anche se le ultime notti aveva avuto l'impressione che qualcuno la seguisse. Probabilmente era solo frutto della sua immaginazione, lo sapeva, e si era consolata pensando che con la sua corporatura sarebbe stata in grado di resistere a qualsiasi potenziale aggressore. Non è che avesse pochi soldi, non ne aveva nessuno, quindi qualsiasi ladro sarebbe rimasto deluso se avesse tentato di rubarle la borsa.

“Tu guidi?” chiese Aiden.

“No.” Non più.

“Quindi vieni qui da sola ogni sera dopo il lavoro?”

Lei sospirò. “Sì.”

L'uomo scosse la testa e Maggie lo guardò stringere le labbra come se fosse irritato.

“È questo qui.” Fu felice di poter cambiare argomento e indicare il piccolo condominio nell'angolo più lontano.

Aiden guardò l'edificio mentre fermava il pick-up.

“Beh, grazie per l'ottima serata.” Si slacciò in fretta la cintura di sicurezza, sperando di scendere dall'auto prima di lui.

“Ti accompagno alla porta.” Aiden era accigliato e Maggie pensò che fosse meglio non discutere.

Sospirò, un po' scoraggiata. Le piaceva davvero quel cowboy e aveva passato una serata fantastica in sua compagnia. Era molto divertente, oltre che un vero gentiluomo, e Maggie non voleva davvero rovinare tutto mostrandogli quanto fossero lontani i loro mondi.

“Grazie.” Afferrò la mano che lui le porgeva per aiutarla a scendere, poi lasciò che la guidasse verso l'edificio mentre frugava nella borsetta alla ricerca delle chiavi.

Sentì la sua mano sulla parte bassa della schiena, anche attraverso il cappotto, e sorrise. Era un gesto carino e protettivo che le piaceva da morire, sicuramente qualcosa che non aveva mai sperimentato prima.

“L'ascensore non funziona,” lo informò rapidamente quando lui la condusse verso di esso.

Aiden non disse niente ma la seguì su per le scale. Erano solo poche rampe e tutte le volte Maggie mentiva a se stessa dicendosi che non era altro che un buon esercizio fisico quotidiano.

“Vuoi un caffè o…?”

Nonostante sperasse in una sua risposta negativa, Aiden annuì.

Maggie fece un respiro profondo e aprì la porta di casa. Sapeva che quella sarebbe stata la fine di qualsiasi loro relazione, anche come amici.

“Bene, siamo arrivati.” Una volta dentro accese la luce, mostrandogli il minuscolo appartamento che era stato la sua casa nell'ultimo paio di anni.

Aiden doveva aver sentito l'odore di muffa e, quando entrò in soggiorno, i vecchi mobili mal assortiti e macchiati o scortecciati in più punti dovevano avergli fatto venire voglia di voltarsi e fuggire più in fretta possibile. Maggie lo osservò guardarsi intorno, soppesando il tappeto logoro, la carta da parati antiquata che si staccava dalle pareti e il vento che fischiava penetrando dalle fessure nel telaio della finestra.

“Vuoi restare per un caffè?” gli chiese lentamente, non sapendo se lui avrebbe cambiato idea ora che aveva visto come viveva.

Aiden si voltò nella sua direzione con la fronte aggrottata. “Sì, grazie.”

Fu sorpresa ma si sentì anche sollevata mentre attraversava il piccolo angolo cottura per mettere su il bollitore. Le due stanze erano separate da uno stretto passaggio, così lei poté guardarlo togliersi il cappello e scrutare bene i soprammobili.

Almeno non è scappato appena entrato. È un buon segno, vero?

“Ti piace leggere,” le disse quando Maggie tornò con il vassoio.

Era in piedi di fronte a una libreria molto logora che dominava tutta una parete. Si chiedeva se avesse notato che non c'era la televisione, quindi non c'era molto da fare in casa, ma le andava bene così. Non era mai stata una che si stravaccava davanti alla TV, neanche quando ne aveva avuta una in ogni stanza della casa.

Sorrise mentre metteva il vassoio con i caffè su un tavolino e si sedeva sul divano bitorzoluto. “Sì, molto.”

Aiden esaminò alcuni titoli pieni di orecchie che lei aveva raccolto su una mensola prima che la sua mano ne estraesse uno che sembrava incontaminato rispetto agli altri.

“Guida moderna al galateo sociale” lesse ad alta voce. Ne sfogliò alcune pagine. “Quindi è così che hai imparato un sacco di cose sui vini costosi.”

Maggie si sentì scaldare percependo quella lieve presa in giro, e scattò in piedi. “Non esattamente,” ribatté, afferrando il libro dalle sue mani. “Non sai niente, quindi non parlare di cose che non conosci.”

“Io… mi dispiace, Maggie. Non volevo dire…”

“Vattene.” Teneva il libro con una mano e con l'altra indicava la porta.

“Volevo dire che è un bene che tu sappia quelle cose. L'auto-miglioramento è sempre…”

“Vai!” Maggie aveva sentito abbastanza.

Aiden sembrava ferito e imbarazzato mentre afferrava il cappello e si dirigeva rapidamente verso la porta.

“Mi dispiace,” ripeté mentre usciva, ma lei non stava ascoltando. Sbatté invece la porta e la chiuse a chiave appena lui se ne fu andato, prima di crollare in lacrime sul pavimento, stringendo ancora al petto il libro.



* * * *



“Altri pancake?”

Aiden scosse la testa. Quella mattina davvero non aveva fame. Si sentiva malato.

“No, Josie, grazie. Ho mangiato anche troppo.”

Lei roteò gli occhi. “Ricordo che una volta mangiavi il doppio e avevi ancora appetito,” osservò, indicando il suo piatto.

“Penso che abbia il mal d'amore, sorellina.” Ben scoppiò a ridere dall'altra parte del tavolo.

“Molto divertente.” Aiden non era dell'umore giusto per essere preso in giro, quel giorno. Sbadigliò.

“Allora siamo tutti d'accordo? Organizzeremo una cena e inviteremo questo Rossington e sua moglie. Presumo che ne abbia una?” Josie stava prendendo appunti in un grande quaderno mentre parlava.

“Mmh, penso che dovremmo invitare anche qualcun altro per non risultare troppo ovvi,” disse Ben. “Sono sicuro di poter invitare alcuni personaggi di spicco locali che potrebbero impressionarlo.”

“Buona idea,” concordò Greg, appoggiando una tazza di caffè appena fatta sul tavolo prima di prendere posto accanto alla moglie. “Ma non voglio che Josie esageri con i preparativi e l'organizzazione.” Le mise un braccio intorno alle spalle in modo protettivo.

“Greg, sono incinta non malata,” gli fece notare lei, alzando gli occhi al cielo.

“Lo so, ma la gravidanza è ancora all'inizio. Devi stare attenta.” Greg era irremovibile.

“Beh, forse potrei trovare qualcuno che mi aiuti,” cedette Josie con un sorriso. Si morse le labbra mentre tornava a guardare il quaderno. “A quante persone stavate pensando, ragazzi?”

“Allora, se vogliamo fare colpo su Rossington dobbiamo invitare lui e la moglie, e, con noi quattro, penso sia una buona idea invitare almeno un'altra coppia o un altro paio per non far sembrare la cosa troppo palese,” rispose Ben, contandoli sulle dita.

“Un altro paio di coppie, intendi?” Aiden aggrottò la fronte, bevendo un sorso di caffè.

Josie ridacchiò, con i riccioli castano scuro che le danzavano intorno alle spalle. Di sicuro appariva graziosa. “Oh, penso che avremo bisogno di più di un paio di coppie,” disse, con gli occhi lampeggianti di gioia.

“Quindi, è più di una coppia o di una coppia di coppie? Per la miseria, ragazzi!” Aiden scosse la testa frustrato mentre gli altri ridevano.

“Lascia fare a me. Inviterò io alcuni ospiti,” disse Ben con una risatina, quando si alzò. “Grazie per la colazione, Josie.” Si chinò sul tavolo e diede un bacio sulla guancia della sorella prima di lasciare la stanza. “Vado in città. Devo prendere alcune cose. Ci vediamo più tardi.”

“Aspetta,” lo fermò Josie appena raggiunse il corridoio.

Ben tornò indietro, facendo capolino dalla porta della cucina.

“Porterai qualcuno? Alla cena, intendo.”

Ben guardò il fratello, scoccandogli un sorrisino furbo. “Nah. Penso che sarebbe meglio rimanere concentrati sugli affari, non è vero, Ade? O stavi morendo dalla voglia di presentare la tua ultima ragazza alla famiglia?”

Aiden sentì una fitta di emozione allo stomaco, poi scosse la testa. “No. Hai ragione, Ben. È una cena di lavoro, dopotutto.”

“Bene.” Josie annuì e scribacchiò qualcosa sul quaderno mentre sentivano la porta d'ingresso sbattere, segno che Ben era uscito.

“È meglio che vada a vedere i cavalli,” disse Greg, poi si alzò. Baciò affettuosamente Josie in cima alla testa prima di andarsene. “Non esagerare, capito?”

Lei roteò gli occhi ma fece un sorriso contento, felice per la sua preoccupazione.

“Sono felice di averti tutto per me,” si rivolse ad Aiden mentre iniziava a sparecchiare. “Chi è questa ragazza? È qualcuno che conosco?”

Aiden fece una smorfia. “In realtà stavo per parlarti di lei.” Si alzò e la aiutò con i piatti. “So che Ben non l'approverebbe ma forse tu potresti farlo.”

Lei lo fissò, incuriosita. “Vai avanti.”

“È che questa ragazza mi piace molto, ma non usciamo insieme. Cioè, ieri sera siamo usciti, ma…”

“Ma…? Ti sei divertito?” I suoi occhi brillarono di curiosità.

“Sì, ci siamo divertiti molto.” Sospirò ripensando alla serata che avevano trascorso insieme. Era stata fantastica fino a quando…

“Quindi è ovviamente molto carina. Perché quella faccia lunga, Ade?”

“È una cameriera,” spiegò.

“E?” Josie era chiaramente imperturbabile.

“Beh, non ha molti soldi. L'ho portata da Sebastian senza pensarci. All'inizio temevo che si sarebbe rifiutata di entrare, ma alla fine è andata bene. In effetti, una volta dentro si è comportata come se appartenesse a quel posto. Sapeva tutto del vino che abbiamo bevuto, ha detto che è stata anche in Francia. Ci siamo divertiti sul serio.” Sorrise.

“Ma?” Josie aggrottò la fronte. “Cos'è successo?”

Sua sorella riusciva sempre a leggerlo come un libro aperto.

Sbuffò. “L'ho accompagnata a casa. Non crederesti mai al modo in cui vive quella ragazza, Josie. Quel posto è freddo e pieno di spifferi e lei non ha mobili o tappeti decenti, e l'ascensore non funziona. Mi sentivo così…”

“Colpevole?” Josie lo abbracciò con affetto.

Aiden annuì. “Non volevo che si sentisse a disagio per avermi portato lì. Ho cercato di non sembrare sconvolto o altro ma ho finito per sconvolgere lei.”

Lei si allontanò bruscamente. “In che modo? Cosa le hai detto?”

Aiden le raccontò del libro sul galateo e della conversazione che avevano avuto dopo averlo trovato nella libreria di Maggie. Josie sussultò.

“Non so perché l'ho detto. Stavo solo scherzando.”

“Riesco a capire perché si è arrabbiata.” Josie annuì lentamente.

Lui sospirò di nuovo. “Lo so.”

“Sembra una donna orgogliosa, anche se non possiede molto,” continuò sua sorella pensierosa.

“È molto orgogliosa. Ho dovuto lottare quando si è trattato di pagare il conto. Voleva fare alla romana.” Sentì lo stomaco annodarsi per la situazione che sembrava sempre meno promettente.

“Forse possiamo chiederle di venire a darci una mano con la cena? Mi hai detto che si è trovata bene da Sebastian e ovviamente la pagheremo. Ci aiuterebbe entrambi. Pensi che vorrebbe farlo?” Gli occhi di Josie brillarono mentre guardava suo fratello.

Lui si accigliò. “Non lo so.” Si morse il labbro.

“Beh, immagino che sia un lavoro migliore della tavola calda, quindi potrebbe aiutarla sia dal punto di vista del morale che dello stipendio,” rifletté Josie. “E solo il cielo sa che con la gravidanza ho bisogno di tutto l'aiuto che riesco a trovare.”

“Su questo hai ragione.” All'improvviso si sentì un po' meglio. “Ne parlerò con lei dopo averle chiesto scusa per il pasticcio che ho combinato,” disse con decisione. “Grazie, sorellina.” Si chinò e le diede un bacio affettuoso sulla guancia prima di afferrare il cappello e dirigersi verso la porta. Finalmente qualcosa sembrava andare nel modo giusto.



* * * *



Aiden sorrise mentre saliva sul pick-up e si dirigeva alla piccola tavola calda di Bracken Ridge. Sapeva che Maggie non avrebbe voluto vederlo ma lui doveva fare qualcosa.

La ragazza lo guardò accigliata dal bancone quando entrò portando un grosso mazzo di fiori. Aiden si aspettava quella reazione, però, e le rivolse un sorriso smagliante. Sebbene lei si stesse deliberatamente tenendo occupata servendo i pochi tavoli occupati, lui prese posto al bancone, dove sempre, e l'aspettò.

Alla fine fu costretta ad avvicinarsi.

“Buongiorno, Maggie. Ti ho portato questi.”

Lei scosse la testa. “Non li voglio. Non voglio niente da te. In effetti, preferirei che te ne andassi adesso e non tornassi più. Credi di potercela fare?” Il suo volto era teso e il tono freddo come il ghiaccio.

Lui le sorrise. “No.”

Maggie sbuffò, incrociando le braccia sul petto mentre lo fissava con aria di sfida.

Aiden sapeva che la ragazza non avrebbe fatto una scenata con altri clienti presenti ma in fondo era preoccupato soprattutto che lei volesse che se ne andasse sul serio.

Maggie strinse gli occhi. “Cosa vuoi da me'”

“Un caffè e uno dei tuoi deliziosi dolcetti alla cannella, per favore.” Sorrise, sperando di vederla sciogliersi un po'.

Non si sciolse per niente.

Anzi, serrò le labbra con forza e guardò gli altri clienti. Aiden aveva avuto ragione nel pensare che non volesse fare una scenata in pubblico. Gli servì il caffè e gli porse un dolcetto caldo. Aveva un profumo delizioso.

Aiden sorrise e prese il piatto, rimanendo sorpreso quando lei non lo lasciò andare subito. Invece, si chinò verso di lui e parlò a bassa voce, a denti stretti.

“E ti sarei grata se lasciassi l'importo corretto sul bancone. Non ho bisogno delle tue mance esagerate. Non ho bisogno di niente, da te.”

Lasciò andare il piatto così in fretta che Aiden quasi cadde all'indietro dallo sgabello. Il suo cuore sprofondò. La guardò ma lei, invece di restare lì a parlare come faceva di solito, si allontanò e andò a pulire alcuni tavoli. Dannazione!


Capitolo Quattro

Maggie sentiva la pancia dolere mentre si dava da fare per pulire tutti i tavoli del piccolo locale. Strofinò le tovagliette di plastica fino a quando non furono tutte perfettamente lucide, poi prese una brocca d'acqua per riempire i piccoli vasi con i mazzetti di fiori selvatici che aveva posizionato al centro di ognuna.

Aiden era ancora seduto al bancone quando finì, così decise di dedicarsi al lavaggio delle finestre, qualunque cosa per evitare di dovergli parlare. Con un po' di fortuna, lui avrebbe capito il suggerimento e se ne sarebbe andato.

La gola le faceva male dopo aver pianto per la maggior parte della notte, e sapeva che il suo aspetto non era messo meglio. Le erano comparse delle borse sotto gli occhi e la pelle appariva pallida per colpa della stanchezza. Non aveva quasi chiuso occhio, il che era davvero ridicolo. Erano usciti insieme solo una volta, ma era stata una serata perfetta dall'inizio alla fine. Non si era accorta di quanto lui le piacesse fino a quando non lo aveva cacciato. Le era sembrato davvero genuino e non era apparso scioccato quando aveva visto le condizioni del suo appartamento. Ma, a pensarci bene, tornava tutto. Aveva avuto pietà di lei e le aveva dato dei consigli ogni volta che era andato alla tavola calda, dandole anche dei soldi con la scusa della mancia. Aveva flirtato con lei e le aveva fatto credere di essere interessato prima di chiederle di uscire. Era un uomo intelligente. Poi l'aveva volutamente portata in un ristorante chic dopo averle detto che uscivano solo per un drink, al massimo per un pasto veloce da qualche parte. Stava chiaramente cercando di farla sentire a disagio e fuori dalla sua portata. Beh, era davvero un idiota se pensava di poterla prendere ancora in giro. Sorrise mentre ricordava la loro conversazione sul vino, poi ricordò anche come poco dopo lui aveva pensato che le sue conoscenze provenissero tutte da un libro.

Non sa proprio niente.

“Posso avere un altro caffè?” le chiese quando Maggie andò dietro il bancone per prendere un secchio di acqua pulita per sciacquare le finestre.

I suoi grandi occhi azzurri sembravano tristi, e di sicuro non stava sorridendo.

“Certo.” Prese la caffettiera e gli riempì di nuovo la tazza.

Aiden appoggiò la mano sopra la sua mentre lei si allontanava, e Maggie si voltò sorpresa.

“Maggie, mi dispiace per la scorsa notte.” La sua voce era bassa e gentile.

Lei si strinse nelle spalle. “Non ti preoccupare. Non sono così arrabbiata.”

Il dolore negli occhi di Aiden era ben visibile e Maggie si sentiva male solo a guardare quello sguardo chiaro, ma non c'era modo che gli permettesse di vedere quanto l'avesse fatta stare male in realtà. Maggie aveva stupidamente pensato che ci fosse qualcosa tra loro, ma per tutto il tempo l'uomo l'aveva solo presa in giro, mostrandole fino in fondo quanto fosse povera in confronto a lui. E ci è riuscito.

“Per favore Maggie, lascia che ti spieghi.” Le strinse forte la mano mentre lei tentava di allontanarsi, e la ragazza si guardò rapidamente intorno per vedere se qualche cliente li stava osservando. Nessuno sembrava fare caso a loro.

“Non c'è niente da spiegare, Aiden. Hai già detto e fatto tutto.” Strinse di nuovo i denti mentre sentiva le lacrime minacciare ancora una volta di scenderle lungo le guance. La sua gola era stretta da un nodo che quasi le impediva anche di respirare, lo stesso che era cresciuto durante la notte e che non sembrava per niente disposto ad allentarsi.

“Non volevo insultarti,” le disse con fermezza.

“Allora perché lo hai fatto?” Lo fissò, trovando più facile mostrargli la propria rabbia piuttosto che il proprio dolore.

“Stavo solo scherzando. So che sei una persona intelligente e gentile. Diavolo, è una delle cose che più amo di te. È stato così bello uscire con te ieri sera che quando me ne sono andato avevo già voglia di rivederti. Voglio ancora rivederti.” Parlava in fretta e Maggie faticò a stargli dietro perché era ancora concentrata sulla prima parte del discorso. “È una delle cose che più amo di te.” L'aveva detto davvero?

I suoi occhi la stavano implorando di credergli, e Maggie sospirò mentre con lo sguardo seguiva una coppia che usciva dalla tavola calda.

“Pensi di essere migliore di me, vero?” sbottò.

“No.”

“Hai pensato che mi sarei sentita in imbarazzo in quel ristorante, che mi sarei resa ridicola. Speravi che mi sentissi fuori luogo e usassi la forchetta o il coltello sbagliati, o una cosa del genere. Eri così scioccato quando ho iniziato a parlare di quel maledetto vino. Scommetto che la mia conoscenza enologica ti ha rovinato la serata.”

Aiden scosse con forza la testa. “Ti sbagli, Maggie.”

“E hai insistito per pagare completamente il conto perché pensavi che non me lo sarei potuto permettere, non è vero? Mi hai persino accompagnato a casa per poter storcere il naso di fronte al mio minuscolo appartamento. Bene, Signor Sapientone, hai avuto la tua dose di divertimento. Ma sai una cosa? Non mi interessa. Ho più conoscenze nel dito mignolo di quante potrai mai averne tu in tutto il corpo, quindi non pensare di essere migliore della povera cameriera che hai invitato fuori ieri sera, perché non conosci proprio un bel niente di me.” Gli sputò quelle parole con rabbia, socchiudendo gli occhi nel tentativo di rimandare indietro le lacrime che le pungevano con forza le palpebre.

Fallì miseramente.

Voltandosi in fretta in modo che lui non potesse vederla piangere, strappò la mano dalla sua presa e fuggì nella piccola cucina. Non le dava alcuna privacy, dato che la parete era formata da vetri che le permettevano di tenere d'occhio la sala quando era intenta a cucinare, ma sbatté lo stesso la porta e ci si appoggiò contro.

Prese un fazzoletto dalla tasca del grembiule e si soffiò velocemente il naso prima di asciugarsi il viso. Consapevole di essere osservata, andò verso il lavandino e si lavò le mani, le asciugò e solo a quel punto lanciò un'occhiata al di là del vetro. Fu sorpresa di vedere che anche l'ultimo cliente se n'era andato, lasciando i soldi sul tavolo, e che Aiden era l'unica persona rimasta lì dentro. Era ancora seduto su quello sgabello dietro il bancone.

Maggie ribolliva dalla rabbia. La scenata che gli aveva appena fatto aveva fatto fuggire i clienti? Se era così, il Signor Burton non avrebbe dovuto scoprirlo, o l'avrebbe senza dubbio licenziata. Aprì la porta e si diresse verso il bancone, dove Aiden stava sorseggiando il caffè.

“Se perdo il lavoro saprò chi ringraziare,” gli disse con veemenza.

Lui fece schioccare la lingua. “Se perdi questo lavoro di sicuro ne troverai uno migliore. Lo sa il cielo se sei in gamba.”

Non era la risposta che Maggie si era aspettata, e in qualche modo la spaventò.

Aiden alzò le sopracciglia di fronte al silenzio che giunse da lei. “Sei molto più di una semplice cameriera che cucina e serve ai tavoli in una piccola tavola calda, vero?” disse. “Si capisce a occhi chiusi che non appartieni a questo posto. Sei… molto più di tutto questo.” Agitò una mano, indicando quello che li circondava.

Maggie si sentì svenire. Aiden aveva ragione. Era molto, molto più di una semplice cameriera.

“Co-come fai a saperlo?” La voce le uscì più debole di quanto avesse desiderato, ma quel groppo in gola le impediva ancora di parlare nel modo giusto.

“È ovvio, Maggie.” Scosse la testa con un sorriso. “Hai ragione riguardo all'esperienza. Di classe e intelligenza ne hai a bizzeffe, e sì, hai più tutto di quanto io avrò mai.”

“Non volevo dire…” Si sentì improvvisamente imbarazzata per il modo in cui gli aveva parlato poco prima. Dopotutto era un Fielding.

“No, dico sul serio. La classe è qualcosa che non puoi imparare. O ce l'hai o non ce l'hai, e tu, mia cara, ne hai da vendere.” Le sorrise. “Non so dirti quanto mi dispiace per come sono andate le cose ieri sera, bellezza. Mi sono divertito così tanto con te. Non volevo affatto che finisse, figuriamoci che finisse in quel modo. Sono un idiota. Lo riconosco.”

Il cuore di Maggie si sciolse mentre parlava, e la ragazza si ritrovò a fare un passo nella sua direzione.

“No, dispiace a me. Avrei dovuto capire che stavi solo scherzando. Ho reagito in modo esagerato. Temo di avere la tendenza a farlo. Sono un po' troppo suscettibile per il mio stesso bene.” Il nodo alla gola iniziò lentamente a sciogliersi mentre sentiva anche il peso sullo stomaco cominciare ad alleggerirsi.

All'improvviso Aiden era dall'altra parte del bancone, intento ad avvolgerla con le sue braccia calde e muscolose e a baciarla con un trasporto e una dolcezza che Maggie non aveva mai provato in vita sua. L'odore della sua acqua di colonia la circondò in una nebbia di felicità e tutto il suo corpo si rilassò come non le accadeva da molti anni. Dovette stringere le cosce per alleviare la tensione quando sentì l'erezione di Aiden premerle contro, mentre il loro bacio si faceva ancora più intenso. Maggie fece scorrere le dita tra i suoi capelli biondi e morbidi mentre si perdeva nelle profondità dei suoi occhi azzurri. Dio, era bellissimo.

Entrambi sussultarono e si separarono di scatto nel sentire la porta aprirsi. Maggie arrossì quando Aiden le rivolse un sorriso prima di tornare dall'altra parte del bancone.

“Va tutto bene, bellezza?” Le fece l'occhiolino e prese il cappello.

Maggie annuì mentre un grande sorriso contento le allargava le labbra.

“Bene. Non dimenticarti di metterli nell'acqua, okay?” Indicò il grande mazzo di fiori che aveva appoggiato sul bancone.

“Grazie.” Maggie li sollevò, lasciando che il loro odore la circondasse.

Aiden le rivolse un cenno della testa e si diresse verso la porta proprio mentre la coppia appena entrata prendeva posto a un tavolo. Il modo in cui i due clienti sorridevano le fece capire che avevano visto il bacio, ma a Maggie non importava. Era orgogliosa che un uomo bello come Aiden avesse voluto baciarla. E che volesse rivederla.

Entrò in cucina e riempì una grande brocca con dell'acqua a temperatura ambiente in cui infilò con cura i fiori. Li mise sul bancone, rendendolo subito molto più caldo e accogliente. Adesso poteva lavorare e ammirarli al tempo stesso, ricordando nel frattempo lo splendido cowboy che glieli aveva regalati.



* * * *



Fu una giornata tranquilla nella piccola tavola calda e Maggie passò quasi tutto il tempo a pulire. Era consapevole che la maggior parte delle cose non erano da fare, ma si sentiva così piena di energia da non riuscire a restare ferma.

Mentre spazzava sotto uno dei tavoli accanto alla finestra, notò un giornale dimenticato sulla panca sicuramente da uno dei clienti. I quotidiani erano un lusso che al momento non poteva permettersi, quindi fu contenta di vedere che era di quel giorno. Lo mise da parte, dicendosi che lo avrebbe letto durante la pausa caffè, che arrivò dopo pochi minuti dato che non c'era più niente da fare.

Si stiracchiò, poi saltò su uno degli sgabelli al bancone e si versò una bella tazza di caffè fumante. Non c'erano clienti da più di un'ora ed era sicura che presto avrebbe potuto chiudere il locale. Forse qui sopra ci sono altri annunci di lavoro? Appoggiò il giornale sul bancone e iniziò a leggere le notizie di cronaca della comunità locale.

Un articolo in particolare attirò la sua attenzione e si sentì gelare il sangue nelle vene. Oh, Dio. C'era una fotografia che ritraeva una coppia sorridente e un lungo articolo che parlava dell'uomo. Sembrava che un certo Robert Rossington si fosse fidanzato di recente con una donna del posto, Lorraine Parry, e che stesse pianificando alcuni cambiamenti significativi nella grande tenuta della fidanzata.

Maggie scosse la testa mentre l'articolo diventava ridondante, parlando del ricco uomo d'affari e della sua natura benevola, dipingendolo come una sorta di eroe che meritava di essere adorato per i suoi numerosi impegni benefici.

Ma non era un eroe. Era un prepotente… e un ladro. Maggie lo sapeva, anche se non aveva prove per dimostrarlo. Chiuse gli occhi mentre una voce del passato le riempiva la mente, informandola che uno dei suoi conoscenti aveva scoperto che il direttore della sua banca stava per essere indagato per frode.

Avevano vissuto in una grande casa di campagna che, sebbene ipotecata più volte, aveva rappresentato uno status symbol per Robert e un posto sicuro per Maggie. Robert aveva assunto una governante per permetterle di trascorrere più tempo a scrivere, dopo il successo del suo primo libro, Guida moderna al galateo sociale. Sembrava che molti dei proprietari terrieri si fossero fatti strada nei circoli più esclusivi proprio come loro, ma coloro che provenivano da famiglie già ricche li avevano guardati con perplessità.

Il suo libro era finito di colpo in cima alle classifiche, fornendole grandi guadagni e ottimi diritti d'autore, che l'avevano portata a essere invitata nei circoli e nelle riunioni della società locale, dove aveva tenuto discorsi e fatto interviste. Maggie era diventata una specie di celebrità ed era perfino apparsa in un programma televisivo diurno, che aveva fatto impennare le vendite e aumentato gli ingaggi per nuove presentazioni e interviste. L'educazione era una delle parti fondamentali descritte nel libro, e più volte le era stato chiesto di aiutare i “nuovi ricchi” su base individuale, aiutandoli a nascondere la propria ignoranza e i modi un po' rozzi dietro una falsa etichetta, pagandola profumatamente per il suo lavoro.

Il suo fidanzato, col quale stava da diciotto mesi, era improvvisamente diventato famoso per associazione, e aveva usato quella nuova posizione a proprio vantaggio, prendendo in prestito denaro e influenzando le decisioni della comunità in base al proprio nome… o meglio, in base a quello di Maggie.

Aveva anche iniziato a frequentare persone dalle quale Maggie si sarebbe tenuta alla larga, e ben presto era caduto nella presa del gioco d'azzardo in un modo così profondo da farla diventare una vera e propria dipendenza. Ovviamente, Maggie non si era accorta della gravità del suo problema fino a quando non era stato troppo tardi.

Su sua insistenza, dopo la soffiata sul manager fraudolento, Maggie aveva ritirato tutti i soldi dalla banca, temendo di perderli per colpa di una possibile bancarotta, e li aveva nascosti fino all'ultimo centesimo nella cassaforte posta all'interno dello studio di Robert. Erano passati solo un paio di giorni quando, dopo un evento letterario, era tornata a casa ed era stata informata che la cassaforte era stata svaligiata e che tutti i soldi erano spariti. Lo sceriffo non aveva indagato troppo a fondo, dicendole che trattandosi di contanti non segnati molto probabilmente non li avrebbe mai ritrovati. L'atteggiamento evasivo dei cosiddetti agenti di polizia aveva destato i suoi sospetti sulla natura della rapina, ma era stato solo quando le attività di Robert – compresa la sua dipendenza dal gioco d'azzardo – erano venute alla luce che lei aveva finalmente realizzato la verità.

Avendo accumulato debiti su debiti, il suo fidanzato aveva iniziato a giocare d'azzardo per cercare di tirarsi fuori dai guai. Poteva anche essere una soluzione veloce e prolifica, se solo fosse stato un bravo giocatore di poker, cosa che non era, quindi aveva solo accumulato altri debiti. Per alleviare il dolore delle perdite continue si era gettato sull'alcol, riducendosi sempre a uno stato di ubriachezza pesante, aiutato e incoraggiato dai suoi nuovi “amici” che, ovviamente, erano sempre più che disponibili a unirsi a lui per aumentare il suo conto al bar locale.

Il lavoro promozionale e i seminari di Maggie avevano riempito la maggior parte del suo tempo e non era stata in grado di scrivere un altro libro, nonostante fosse il suo più grande desiderio. Ignara dei problemi economici del suo fidanzato, aveva iniziato a donare parte dei suoi guadagni a enti di beneficenza locali, un gesto di cui Robert si era preso tutto il merito… a insaputa di Maggie.

I suoi sforzi per discutere di questioni finanziarie con lui avevano avuto come unico risultato quello di far aumentare la sua furia, e una notte, quando aveva insistito più del solito, si era beccata anche un occhio nero. Non era stato solo il suo fidanzato a picchiarla, quella notte. La verità l'aveva colpita con molta più violenza.





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Libro due della serie I Cowboy di Cavern County

L'apparenza inganna… ma un ex col viso d'angelo e il cuore pieno di rancore può essere molto più pericoloso.

Libro due della serie I Cowboy di Cavern County

L'apparenza inganna… ma un ex col viso d'angelo e il cuore pieno di rancore può essere molto più pericoloso.

Maggie Welch vive in uno squallido appartamento mentre lavora in una fatiscente tavola calda a Bracken Ridge, nella contea di Cavern County. In mezzo alla monotonia, le sue giornate sono state recentemente illuminate dal bel cowboy che ha iniziato a frequentare il suo posto di lavoro. Sfortunatamente Aiden Fielding, il ricco allevatore, non può essere altro che un amico perché Maggie non ha più la posizione sociale e i soldi che invece possedeva una volta.

Aiden Fielding ha perso la testa per Maggie e approfitta di ogni occasione per godere della sua compagnia alla tavola calda, che recentemente è diventato il loro ritrovo abituale. Quando finalmente trova il coraggio di chiederle di uscire, passano una serata meravigliosa, anche se sospetta che in Maggie Welch ci sia più di quanto la ragazza voglia mostrare. Una parola di troppo da parte di Aiden, però, sembra rovinare le loro possibilità di un futuro insieme, e un successivo tentativo di aiutare Maggie finisce in un disastro quando la ragazza viene umiliata di fronte alla sua famiglia e agli ospiti di una cena.

Proprio quando le cose sembravano migliorare per Maggie, tutto crolla di nuovo. Si rende conto che Aiden non la vede nel modo in cui lei sperava, e quando lo trova a intrattenere il suo ex fidanzato, Robert Rossington, capisce che il cowboy non è certo il gentiluomo che lei aveva creduto.

Maggie sa che Rossington è un imbroglione e un ladro. Il problema è che c'è troppo altro in gioco.

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