Книга - Natale Nell’Abbraccio Del Duca

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Natale Nell'Abbraccio Del Duca
Amanda Mariel


*** NUOVA EDIZIONE *** Traduttore: Patrizia Barrera Man mano che il Natale si avvicina entrambi si scopriranno sempre più innamorati, ma riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono tra loro e ad abbandonarsi alla passione?   Caduta in disgrazia e tradita da quelli in cui riponeva la sua fiducia, Lady Marina Ellis si trova vicina alla morte e ha un disperato bisogno di aiuto. Evan Lockhart non si sarebbe mai aspettato di trovare una donna seppellita in un cumulo di neve proprio nei pressi del suo palazzo ducale, ma ora che l’ha trovata non può più separarsene. Man mano che il Natale si avvicina entrambi si scopriranno sempre più innamorati, ma riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono tra loro e ad abbandonarsi alla passione?





Amanda Mariel

Natale nell’Abbraccio del Duca




NATALE NELL’ABBRACCIO DEL DUCA




AMANDA MARIEL


Questo è un libro di fantasia. Nomi, personaggi, organizzazioni, luoghi, eventi e avvenimenti sono prodotti dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo casuale


Tutti i diritti riservati.

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, fotocopia, registrazione o altro, senza l’espressa autorizzazione scritta dell’editore.


Pubblicato da Brook Ridge Press


A tutti noi che crediamo nella magia del Natale. Che dia calore ai vostri cuori e che le vostre vacanze di Natale siano magiche.







SINOSSI


Caduta in disgrazia e tradita da coloro di cui si fidava di più, Lady Marina Ellis sta quasi per morire e ha un disperato bisogno di aiuto.



Evan Lockhart non si sarebbe mai aspettato di trovare una donna seppellita in un cumulo di neve proprio in prossimità del suo palazzo ducale, ma ora che l’ha trovata non può più separarsene.



Man mano che il Natale si avvicina entrambi si scopriranno sempre più innamorati, ma riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono tra loro e ad abbandonarsi alla passione?



SERIE SIGNORE E MASCALZONI

Serie Signore e Mascalzoni

Sforzi Scandalosi

Intenzioni Scandalose (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/mVBr9J)

Redenzione scandalosa (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/mqZDx6)

Ragazza Single Scandalosa (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/3R1aGp)

Prossimamente nella serie Signore e Mascalzoni



Serie d’Amore Leggendaria

Incantata dal Conte (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/mvK2xl)

Affascinata dal Capitano (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/mleaxv)

Attirata da Lady Elianna (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/3J8VAQ)

Deliziata dal Duca (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/3nYpje)



Serie di Fede della Donna Arciere

** Amanda Mariel scrive con Christina McKnight **

Theodora (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/4jD1QD)

Georgina (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/bzPvwL)

Adeline (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/mgLGB0)

Josephine (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/3L0pQD)

Cofanetto di Fede (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/b5rQPk) della Donna Arciere



Lo Scandalo Incontra Le Serie D’Amore



Prossimamente nella serie Lo Scandalo Incontra l’Amore

Trovami l’amore (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/38rE5d)



Bacio Di Un Ladro

La Sua Canaglia Perfetta (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/md0Ged)

AllaSerie Bacio diUn Ladro

Il Suo Perfetto Farabutto

Persona In Difficoltà



Titoli autonomi

L’eredità Dell’Amore

Una Prova Di Luce Della Luna (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/4jD1Q5)

Prossimamente

Un Bacio Incantato (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/bzPvwn)



** Titoli di Amanda Mariel **

Il Conte di Grayson (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/mgLGBR)

Avvicinandosi Al Club dei Conti Malvagi

Conte di Edgemore



Legato da un bacio

** Questi sono progettati in modo che possano essere indipendenti **

Come Baciare Un Ladro (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/3L0pQ5) (Amanda Mariel)

Un Bacio A (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/m2vrj7)Natale (Christina McKnight)

Il Bacio Natalizio Del (https://translate.google.com/translate?hl=it&prev=_t&sl=auto&tl=it&u=http://books2read.com/u/b5rQPR) Timido (Dawn Brower)

Prossimamente nella serie Connessi Da Un Bacio

Rubare Il Bacio Di Un Ladro (Amanda Mariel)

Bacio Natalizio Di Una Zingara (Dawn Brower)

Bacio Natalizio Di Un Duca (Tammy Andresen)



e antologie

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PROLOGO




Dorset Inghilterra, 1812


Lady Marina Ellis si avviò cautamente verso la scrivania di suo padre, facendo attenzione a tenere gli occhi bassi pur mantenendo la testa alta. Lui non l’aveva convocata qui per una cortese chiacchierata. No, anzi, al contrario. Come aveva scoperto, lei era la causa di un tremendo imbarazzo e senza dubbio lui intendeva farle pagare le sue trasgressioni.

Deglutì per superare la tensione che si sentiva in gola mentre si avvicinava. Non poteva – non voleva – dare segni di nervosismo o di dispiacere , ma anzi manteneva un comportamento esteriore estremamente controllato, perché se non lo avesse fatto il Padre avrebbe distrutto in lei ogni dignità che ancora le rimaneva. Attingendo da ogni briciola di coraggio che possedeva, Marina incontrò il suo sguardo infuriato. “Padre.”

Gli occhi verdi di lui erano pieni di tempesta, la rabbia gli corrugava la fronte e gli arricciava il naso mentre la fissava. “Sedetevi.”

Lei si accasciò sulla poltrona dall’alto schienale che si trovava di fronte alla scrivania del padre e incrociò le mani sul suo grembo. Marina posò lo sguardo sulla madre, che era in piedi accanto suo padre. La rabbia non alterava i suoi lineamenti come faceva con suo padre. Invece, un’emozione molto peggiore si leggeva sul suo tenero viso addolorato. Il cuore di Marina si contrasse al pensiero che proprio lei avesse causato quella enorme tristezza a sua madre. Non aveva riflettuto su come le sue azioni sconsiderate avrebbero potuto ricadere sulla sua famiglia. Un errore di giudizio che certo non avrebbe ripetuto.

Il rimpianto , come la paura, la soffocava, ma non aveva nessun altro da biasimare tranne lei. Qualunque fosse stato l’esito di questo incontro, lei avrebbe dovuto farvi fronte e sfruttare al meglio la situazione.

Marina lottò contro l’impulso di agitarsi sulla sedia. Si ricordò di non mostrare segni di cedimento perché il padre di certo ne avrebbe approfittato. Banfeld aveva usato la sua debolezza, la sua ingenuità e fiducia, contro di lei. Forse tutti gli uomini usano comportarsi in questo modo. Era possibile che mentre le donne imparavano il ricamo, gli uomini si industriassero nell’ arte della seduzione? Santo cielo, sperava di no, anche se sembrava che le cose stessero davvero così.

“Guardatemi, ragazza,” disse il padre.

Il suo tono basso e minaccioso le fece venire un brivido lungo la schiena. Marina incontrò lo sguardo indagatore di lui e si sforzò di restare immobile e diritta sulla sedia.

Era stata sciocca e leggera a cadere nella trappola di Lord Banfeld. Tuttavia, era accaduto e ora avrebbe pagato caro le sue trasgressioni. Basandosi sul modo in cui il padre la stava fissando, avrebbe scommesso che il prezzo da pagare sarebbe stato superiore a quello che avrebbe mai immaginato. Un brivido di terrore le fece venire la pelle d’oca su tutto il corpo.

Lui non le avrebbe mostrato pietà.

Non importava che Lord Banfeld l’avesse sedotta con le sue dolci parole e le promesse di matrimonio. Non faceva alcuna differenza che lui avesse insistito sul fatto che non era necessario aspettare per fare l’ amore. Marina aveva accettato intenzionalmente di andare a letto con lui.. Lui non l’aveva costretta. E in realtà non avrebbe neanche avuto bisogno di chiederglielo.. Dopotutto, avevano deciso di sposarsi e lei era sicura che lui l’ amasse. Che motivo aveva per negargli il suo corpo?

Non le aveva dato nessun motivo per farlo, perché aveva promesso di avere cura di lei in futuro. Solo qualche mese di attesa, e se si fosse scoperta incinta, l’ avrebbe sposata subito. Diceva che il suo futuro non avrebbe avuto senso, perché niente era più importante del suo amore per lei. Col senno di poi avrebbe dovuto chiedersi che cosa



lui avesse da perdere. Era un signore, il suo futuro era chiaro e brillante . Avrebbe dovuto capire che stava prendendosi gioco di lei. Ma perché?

Quella era una domanda a cui non avrebbe mai ottenuto risposta. Quando si recò dall’ amante per dirgli che era in attesa di un bambino, lui l’aveva congedata. Si era comportato come se non avesse alcuna responsabilità nella faccenda, e per le sue conseguenze.. Dopo averla accusata di essersi comportata lei come una donna di malaffare e aver ripudiato il figlio che portava in grembo, lui le aveva chiuso la porta in faccia.

Sentì una fitta al cuore al ricordo. Era stata tremendamente ingenua, la donna più stupida di tutta l’ Inghilterra. Mai più avrebbe permesso a un uomo di approfittarsi di lei.

Preparata ad affrontare le conseguenze, Marina scacciò i suoi pensieri e fissò gli occhi del padre . Rimuginare sugli errori del passato e avvilire se stessa non l’avrebbe aiutata. Il danno era ormai fatto, ma aveva imparato una lezione importante. Non avrebbe più concesso il suo cuore a nessun uomo che non si dimostrasse degno del suo amore. Lo avrebbe custodito con ferocia, la lezione di oggi le sarebbe bastata.

Il padre si sporse in avanti e Marina sussultò nonostante i migliori sforzi per rimanere calma. Per come la fissava, le sembrava di starsene seduta davanti al suo carnefice. I suoi occhi verdi irradiavano rabbia costringendola ad abbassare lo sguardo per un attimo. Una parte di lei avrebbe piuttosto desiderato di trovarsi di fronte al boia. Il carnefice almeno avrebbe fatto presto, mentre il padre stava trascinando la sua punizione a un ritmo insopportabile.

Forse avrebbe dovuto difendersi, ma cosa poteva dire? Il padre non avrebbe ascoltato nessuna delle sue parole. A lui non importava affatto che lei provasse rimorso, né che fosse stata sedotta e abbandonata da un signore che parlava con garbo e che le aveva promesso di sposarla. No, usò le sue parole solo per ferirla ulteriormente.

Al padre non interessava altro che il suo titolo e la sua reputazione. Era sempre stato così. Le figlie non erano che ragazze con l’ obbligo di sposarsi e l’amore era un sentimento inutile. Quante volte le aveva detto che l’affetto era una debolezza? E ora che era rovinata, era inutile replicare.

Tuttavia, quel silenzio era atroce. Marina lanciò un’occhiata verso la madre, chiedendole aiuto senza parlare. La madre sorrise debolmente con le labbra tremanti, poi fece un cenno con la testa verso il padre. Era l’ultima persona su cui Marina avrebbe desiderato soffermare lo sguardo, ma chiaramente non aveva molte possibilità di scelta. Guardò di nuovo verso il padre. Rimase un attimo in silenzio, inspirò profondamente e poi disse: “Per quanto possa valere, ho rimorso per ciò che ho fatto. Sono terribilmente pentita.”

La tempesta di rabbia negli occhi del padre si intensificò e un’ ombra ne oscurò il colore facendoli apparire quasi neri. “Voi non comprendete affatto il significato della parola pentimento. Altrimenti, non ci troveremmo in questa situazione.”

Marina trattenne le sue lacrime che stavano aumentando. Non si era aspettata che il padre le credesse, ma la violenza delle sue parole la addolorava ugualmente. Aveva trascorso la sua infanzia cercando di meritarsi il suo affetto e, da ragazza, cercava disperatamente di ottenere il suo amore. Stanca di essere stata allontanata e ignorata, Marina aveva finalmente raggiunto la conclusione che non c’era niente che potesse fare per indurlo ad amarla.

Era solo una ragazza che viveva sotto la sua autorità. Una figlia da maritare per migliorare lo status della famiglia. C’era poco o nessun valore nelle ragazze. In ogni caso, questo è quello che diceva sempre suo padre. In cuor suo Marina sapeva di valere più di qualcosa, anche se non aveva mai osato sfidare la sua convinzione..

Il padre si sporse sulla scrivania puntando verso di lei un dito nodoso. “Che iI cielo mi aiuti, ragazza, capirete cosa significa davvero chiedere scusa quando avrò finito con voi !” La sua voce rimbombò, rimbalzando sui muri rivestiti di legno dello studio e risuonando nelle sue orecchie.

Colpita all’ improvviso dalla veemenza delle sue parole sobbalzò sulla sedia, mentre le lacrime le colmavano gli occhi. Marina si sforzò di raddrizzare il capo. Non avrebbe pianto. Piangere avrebbe solo peggiorato le cose. Il padre detestava le donne in lacrime.

Sbatté le palpebre per ricacciare indietro le lacrime e raddrizzò le spalle. “Sono pronta ad assumermi la responsabilità delle mie azioni.”

“Bene,” urlò il Padre, mantenendo il tono aspro della sua voce . “Lascerete subito questa casa.”

Marina lottò contro l’impulso di distogliere lo sguardo dal pavimento ricco di tappeti. Un desiderio disperato di protestare la attanagliava, ma poi strinse le labbra per evitare di pronunciare anche solo una parola. Interiormente, voleva urlare contro di lui. Voleva battere i piedi a terra e lanciargli contro degli oggetti. Marina avrebbe voluto fargli del male ma per adesso lui lo stava facendo a lei. Questo avrebbe solo accresciuto la sua rabbia e peggiorare le conseguenze, così tenne a freno la lingua.

Il padre continuò: “Ho disposto che andiate a stare con vostra zia, mia sorella Teresa nel Northumberland. Lì partorirete da sola il vostro bastardo . In seguito, vi verrà tolto. Per sempre. “Parlò sputando veleno e scandendo ogni sua parola. “Voi, Marina,” – il suo sguardo s’intensificò – “non farete mai più ritorno nella società. E non metterete mai più piede in questa casa.”

Lei soffocò il nodo che le si formò in gola mentre desiderava piangere per non svenire. Intendeva privarla del suo bambino!. Strappare il figlio dalla propria madre! Marina sentì la testa girarle, la nausea si impadronì di lei e le procurò dei conati di vomito.

Ma il padre continuò a puntarle il dito addosso e a guardarla con occhi duri come pietra. “Per quanto mi riguarda, voi non esistete più.”

“Augustus,” disse la madre con il tono straziato dal dolore e dall’angoscia, “È nostra figlia.”

“Silenzio!” Il padre alzò la mano, con il palmo rivolto verso la madre. “Questa non è più mia figlia.”

Le parole trafissero il cuore di Marina, ma non fu questo a distruggerla… no, le lacrime che scorrevano sulle guance della Madre lo fecero. Marina avrebbe venduto l’ anima per cancellare il dolore che aveva causato a sua madre, l’unica persona che l’ avesse mai amata, e ora proprio lei le aveva spezzato il cuore.

“Mi capite, ragazza?” il Padre continuò a fissarla, gli occhi duri e furiosi.

Marina tentò di parlare ma non uscì alcun suono dalle sue labbra. Invece fece un piccolo cenno con la testa. Non c’era più niente che potesse fare. Aveva già fatto abbastanza.

Aveva distrutto il suo destino e ora doveva . accettarne le conseguenze. Non c’era nient’altro da dire..

“Molto bene.” Il padre appoggiò le mani sulla scrivania. “Voglio che siate fuori di qui entro un’ora. Preparate l valigie e poi raggiungete la carrozza che vi sta già aspettando.”

Fece un altro piccolo cenno, desiderando sprofondare nelle assi del pavimento e scomparire del tutto. Il padre aveva sempre avuto il potere di farla sentire inetta. Questa volta era addirittura peggio perché era riuscita ad attirare le ire del padre su di se.. Poteva a malapena biasimarlo in quanto qualsiasi padre nella sua posizione si sarebbe infuriato.

“E questo è tutto.” Il padre le indicò la porta dello studio. “Scomparite dalla mia vista.”

Marina lottò contro l’impulso di guardare la madre mentre si alzava e si avvicinava alla porta. Non sarebbe morta per la perdita del padre, come era accaduto anni prima, ma il pensiero di perdere la cara madre la stava letteralmente facendo a pezzi. Con mano tremante allungò il braccio verso la porta e la aprì.

La voce del padre la fermò prima che potesse sparire nel corridoio. “Intendiamoci, non porterete con voi nessun oggetto di valore, oltre ai vostri effetti personali. Gioielli e cose del genere rimangono di mia proprietà . Non vi sarà permessa neanche la compagnia di una cameriera.”

Le sue parole di saluto diedero un ultimo colpo alla sua compostezza. Marina permise alle lacrime di sgorgarle dagli occhi mentre barcollava nel corridoio con un disperato bisogno di fuggire da lì.

Non le importava dei gioielli e di tutto il resto. No, questo non aveva alcuna importanza. Le cose vere, concrete – amore, famiglia, amicizia – non potevano essere comprate col denaro. Tuttavia, questa ennesima durezza le confermò ancora una volta quanto al padre importasse poco di lei.

Marina entrò nella sua camera da letto e si buttò sul letto. A lungo permise alle sue emozioni di affluire con violenza. Calde lacrime le rigarono il viso e le sue spalle sussultarono mentre il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi. Aveva scatenato l’ inferno, davvero. Ma lei non poteva fare nulla per cambiare le sue azioni passate o la testa di suo padre. Tutto quello che poteva fare era ricostruirsi un futuro.

Esausta, si asciugò la faccia con il dorso delle mani. Piangere non le avrebbe certo fatto bene. Doveva farsi coraggio e affrontare la sua nuova realtà. Sfruttare al meglio le circostanze e tenere d’occhio il futuro. Solo questo le avrebbe permesso di non soccombere..

Riprendendo il controllo, Marina andò verso il suo guardaroba. Scelse alcuni abiti e una camicia da notte, insieme a una vestaglia, poi li mise nella sua valigia. La sua determinazione aumentava ad ogni oggetto che infilava nella borsa da viaggio, e quando alla fine ebbe terminato decise di affrontare il suo destino a testa alta.

Al diavolo il padre!

Poteva rinnegarla. Poteva mandarla via. Poteva bandirla dalla sua casa e dalla società – ma non poteva distruggerla. Non poteva prendersi suo figlio e il suo futuro. In qualche modo avrebbe trovato un modo per salvarli entrambi. Un sorriso le increspò le labbra quando si rese conto che avrebbe potuto magari crescere il suo bambino, e ancor più, ottenere quello che desiderava.

Marina appoggiò la mano sulla sua pancia gonfia e guardò in basso dove il suo bambino le riempiva l’ addome. “Andrà tutto bene, piccolino.”

La porta cigolò e Marina si mise sulla difensiva mentre la madre entrava nella stanza. La mamma abbracciò Marina con calore. “Sono terribilmente addolorata.”

“Non avete nulla di cui rimproverarvi,” disse Marina, poi sprofondò nel calore della madre, nutrendosi dell’affetto che lei le offriva. L’unico vero amore che avesse mai provato proveniva dalla mamma, e di questo le sarebbe sempre stata grata.

“Mi dispiace per il dolore che vi ho causato.” Marina si irrigidì leggermente, aspirando il profumo di lavanda della madre mentre l’abbracciava. Come desiderava poter consolare sua madre, alleviare il dolore che le aveva causato. Purtroppo, un abbraccio non avrebbe mai potuto cancellare la ferita che Marina aveva causato, e non solo a sua madre,

Marina si staccò dalla madre e la guardò, sperando che la mamma potesse intuire l’amore e la gratitudine che irradiavano dalla sua anima. “Devo andare,” la voce di Marina si incrinò tradendo le sue forti emozioni

Una lacrima scivolò dagli occhi della madre mentre con il dorso della mano accarezzava la guancia di Marina. “Cambierà idea, tesoro. Dategli un po’ di tempo e lo farà. Lui non vi caccerà davvero. Non per sempre.”

Marina non osava dare credito alle parole della madre perché sapeva che il padre non le avrebbe mai permesso di tornare. Ma si impose di non sconvolgere ancora di più la madre esponendo il suo pensiero. Invece, si sforzò di sorridere. “Fino ad allora…” La gola le si chiuse definitivamente e le parole echeggiarono mute “Sì, finché non tornate, cara.” La mamma la baciò sulla fronte. “Per amor vostro sicuramente lo farà.”

Marina si allontanò e sollevò la valigia dal letto. Liberando un respiro che non si era resa conto di aver trattenuto, alzò il mento e uscì dalla stanza.

Una silenziosa speranza si fece luce nel suo cuore mentre si dirigeva verso la carrozza in attesa. Una speranza per il futuro, quello che avrebbe condiviso con suo figlio.




CAPITOLO 1




Chishire Inghilterra, 1812


La carrozza rimbalzò e ondeggiò lungo una stradina innevata nell’Inghilterra settentrionale. “Ahi!” Marina premette una mano sulla sua piccola schiena dolorante mentre il cocchiere fece ancora un altro tuffo nella strada. Aveva viaggiato per giorni con solo un po’ di pausa. Il viaggio avrebbe lasciato indolenzito chiunque, ma immaginò che fosse ancora più difficile per una signora nelle sue condizioni.

IL padre aveva dato ordine al cocchiere – un uomo che Marina non aveva mai incontrato prima – di fermarsi solo se strettamente necessario e questi aveva preso la cosa alla lettera. L’unica volta in cui le era stata concesso di scendere dalla carrozza fu quando si dovette cambiare i cavalli. Aveva dormito, mangiato e si era persino alzata in piedi nel suo piccolo spazio. La mente le si ribellò, la nausea aumentò al pensiero di arrivare da sua zia.

Per quanto fossero orribili le sue condizioni, sicuramente sarebbe stato molto peggio una volta arrivata a casa di zia Teresa. Non aveva mai incontrato una donna più compassata, severa e fredda. Una volta, quando Marina aveva solo dieci anni, era stata sorpresa a rubare un pezzo di una crostata dolce mentre era in visita da sua zia. La donna l’ aveva punita con la cinghia . Dopo averla picchiata, aveva costretto la bambina a trascrivere versetti della Bibbia sul il peccato di rubare e a pregare per il perdono.

Marina sospirò mentre si massaggiava dei piccoli cerchi sulla schiena palpitante. Poteva a malapena immaginare come sua zia l’avrebbe messa in riga per la trasgressione di cui si era macchiata. Di sicuro sua zia la vedeva come un’ atea, incinta e non sposata, una specie di eretica!. E se zia Teresa l’avesse picchiata di nuovo? Un freddo terrore invase Marina. Avrebbe potuto perdere il bambino.

No. Non avrebbe permesso una cosa del genere! Marina disprezzava Lord Banfeld per il ruolo che aveva rivestito nella sua disgrazia, ma amava il suo bambino, voleva essere la madre di quel bambino! Tolse la mano dalla schiena e la appoggiò sul ventre rotondo. In qualche modo, avrebbe trovato un sistema per difendere entrambi.

Improvvisamente, delle urla riempirono l’aria seguite dai nitriti spaventati dei cavalli e dalle maledizioni rabbiose del cocchiere. Il cuore le si fermò in gola mentre si teneva salda al sedile. La carrozza si spostò brutalmente da una parte all’altra. Un gridò le sfuggì dalla gola mentre il cocchiere frenava i cavalli. Con lo stomaco in gola, allungò una mano tremante per aprire la tenda. Guardò il paesaggio innevato, e fermò lo sguardo su un gruppo di tangheri “Che il cielo mi aiuti! “

Gli uomini indossavano abiti strappati e sporchi, e il loro comportamento caotico le permisero solo di fare delle supposizioni. Impotente non potè fare altro che fissarli, mentre continuava a studiare il paesaggio. Un uomo afferrò forte le briglie del cavallo mentre l’altro brandì una pistola contro il cocchiere.

“Sta per sparare, devo fare qualcosa “ . Marina lasciò ricadere la tenda sulla piccola finestra. Non poteva rimanersene seduta e aspettare di essere derubata, o peggio. Cominciò a muoversi verso la porta della carrozza, poi si bloccò. Un improvviso violento rumore di sparo che veniva da fuori la fece sobbalzare.

“ Sparano! “. IL sangue le si congelò nelle vene a questo pensiero.

Prima che potesse reagire, la portiera della carrozza si spalancò e uno dei banditi salì verso di lei.. Con il cuore che le batteva, si appiattì nell’ angolo interno della carrozza, premendo la schiena contro la parete.

L’uomo sudicio sorrise, mostrando denti gialli e storti. “Ho proprio voglia di divertirmi con te.”

Marina scosse la testa mentre si appiattiva ulteriormente contro la parete..

“Non fare la timida, tesoro. Ti prometto che ti piacerà quello che ho in serbo per te.” L’uomo entrò nella carrozza.

“No, aspetta.” Il panico riempì la voce di Marina, le sue viscere tremavano per l’intenzione che lesse sul ghigno dell’uomo e ,sì, stava per violentarla! “Per favore non toccarmi. Ti darò tutto quello che ho, solo non mi fare del male! “Fu solo dopo che ebbe pronunciato queste parole che si rese conto di non avere alcunchè per frenare gli istinti malvagi di quegli uomini.

Avrebbe dovuto combattere. Trovare un modo per fuggire da loro. Ma come?

“Voglio quello che si trova sotto quelle belle gonne.” L’uomo afferrò il suo copri abito, tirando la gonna verso l’alto. “Fai la brava ragazza e vedrò di non farti troppo male.”

Marina si ricacciò la gonna sulle gambe, il cuore le batteva così forte da minacciare di esploderle nel petto. “Per favore fermati. Sono incinta.”

Lui si avvicinò, appoggiando la coscia contro quella di lei e allungandosi verso il suo seno. “Allora mi aspetto che tu mi tratti come una donna esperta.”

Gli strappò via la mano dal seno. Come aveva potuto pensare che quell’ animale si sarebbe preoccupato delle sue condizioni? Girò lo sguardo per tutta la alla carrozza alla ricerca di qualsiasi cosa potesse impugnare come arma.

“Vieni amore. Non farmi chiamare Chester qui per tenerti ferma.” Afferrò di nuovo il suo copri abito e strappò il corpetto ,mettendo a nudo il seno.

Chiudendo gli occhi, Marina strinse i pugni e cominciò a pregare. “Posa il tuo sguardo su di me. Dammi la forza e il coraggio per salvare me e il mio bambino “

. Aprì gli occhi e poi agitò i pugni pazzamente, scagliandosi sulla faccia, la testa e il petto dell’uomo.

Quello rise, afferrandole le mani e alzandole sopra la sua testa. “Una donnina pepata, sì.”

Una lacrima scivolò lungo la guancia di Marina mentre l’uomo premeva la coscia tra le sue gambe. Mentre lui tentava di aprirle le gambe un’idea si formò nella sua mente. Si sforzò di rilassarsi, di concedergli un po’ di terreno, poi sollevò il ginocchio e l scagliò contro l’ inguine di lui..

“Puttana.” L’uomo si stese sul pavimento della carrozza e rotolò in posizione fetale.

Con una disperazione che le scoppiava da dentro Marina incespicò verso la porta e si lanciò. Quando i suoi piedi scivolosi colpirono il terreno ghiacciato, cominciò a correre. I suoi piedi incespicavano nella neve mentre fuggiva verso i boschi.

“Non la passerai liscia. Ti congelerai là fuori.”

Il suono dei passi che la seguivano continuò, ma non osò guardarsi indietro per paura di perdere l’equilibrio ed essere riacciuffata.

“Da brava fatti prendere. Ti scalderò io.”

Si infilò in una fitta vegetazione e in cespugli spinosi. Con la mano cercò di farsi strada per impedire agli arbusti di schiaffeggiarla e graffiarla, e ciò fece bruciare e pungere la sua pelle. Eppure , correva con tutta la forza che aveva. Scorgendo una caverna semi nascosta in una piccola collina, si diresse verso di essa. “Prega, che non ci sia un animale famelico nascosto all’interno.” Con quel pensiero, cadde in ginocchio e strisciò dentro.

Marina cercò di calmare i suoi respiri affannosi mentre si rannicchiava nello spazio buio. Se l’avessero trovata adesso, sarebbe stata definitivamente in trappola. La caverna offriva lo spazio sufficiente per serrare la schiena contro la parete di terra tutta ghiacciata e piegare le ginocchia contro il suo ventre gonfio. Se quei furfanti l’avessero trovata, sarebbe stata completamente in loro balìa, una eventualità che non voleva assolutamente considerare.

Serrò la mano sul cuore che batteva all’ impazzata e tese l’ orecchio verso i suoi inseguitori. Il battito del cuore fu coperto da un altro suono, e poi il rumore degli stivali le giunse alle orecchie. Accidenti! Non aveva considerato le orme lasciate dai suoi passi. L’avrebbero sicuramente scoperta.

“L’ ho trovata.” La voce dell’uomo le fece salire un brivido lungo la spina dorsale.

Marina fuggì dal suo nascondiglio, mentre il suo sguardo andava alla ricerca di un’arma. Avrebbe dovuto atterrare l’ uomo perché non c’era davvero nessun posto in cui nascondersi : non per molto, almeno. Un robusto bastone si trovava sul terreno alla sua destra. Marina lo sollevò con le sue mani e poi lo fece ruotare in aria, testandone il peso.

Premette la schiena contro un albero vicino mentre il suono dei passi dell’uomo si fece più forte. Inspirò affannosamente, poi uscì allo scoperto gridando: “Sono qui.”

Il cuore le pulsava selvaggiamente mentre lo ascoltava avvicinarsi. Ogni scricchiolio dei suoi stivali ne aumentò la minaccia, finché non la raggiunse. Marina girò il bastone formando un arco perfetto portandolo a filo contro la mascella del bandito.

Cadde come un sacco sul terreno ghiacciato, gli occhi fuori dalle orbite. Misericordia, l’aveva ucciso? Si chinò per controllare, ma recuperò la ragione prima di farlo. Non aveva tempo da perdere con un uomo che voleva farle del male.

Con il bastone in una mano e i lembi dei suoi vestiti nell’altra, si avviò frettolosamente verso il ciglio della strada . Se l’altro uomo era rimasto accanto alla la carrozza, avrebbe potuto dover usare nuovamente il bastone. Gli stivali scivolarono in una zona ghiacciata e lei ce la mise tutta per rimanere in piedi. Le sfuggì un piccolo urlo di sorpresa.

Marina si guardò alle spalle, temendo che l’uomo potesse essersi ripreso e udito il suo grido. Una foresta innevata la salutò. Chiuse gli occhi ed emise un lento respiro.

“Prendi quella puttana.” Urlò la voce arrabbiata di un uomo.

Il cuore sembrò saltarle nel petto mentre gli occhi si spalancarono. Troppo tardi, perché l’uomo che aveva colpito dalla carrozza stava di fronte a lei brandendo la sua pistola.

Lui afferrò la donna per un braccio e strattonò. “Vieni. Hai causato abbastanza guai.”

Affondò i talloni nella terra, e la sua mente si stava agitando. “Lasciami! Non mi toccare! Vattene!” Lei emise quelle parole a denti stretti.

L’uomo la ignorò mentre continuava a trascinarla via. Quasi subito il suo compagno li raggiunse e la prese per l’altro braccio. La sollevarono da terra e la portarono verso la strada.

Marina scalciò e urlò mentre quelli continuarono il loro assalto. Più forte lei combatteva più forte loro le stringevano le braccia. Disperata, girò la testa e sputò sulla faccia di uno dei due uomini. Questi imprecando fece cenno di fermarsi accanto alla carrozza. Asciugandosi lo sputo dai propri occhi, rivolse uno sguardo freddo e minaccioso verso di lei. “Ne ho abbastanza di te.”

Una volta riappoggiati i piedi a terra, Marina ne sollevò uno e schiacciò forte il tallone sullo stivale dell’ uomo. Avrebbero potuto forzarla mentre la trasportavano. Avrebbero potuto aggredirla. Avrebbero maledettamente potuto fare qualsiasi cosa, ma non le avrebbero fatto del male senza combattere.

“Ahi!” Lui sussultò e la mascella scricchiolò. “Che ne dici se la lasciamo qui a congelare? Non c’è niente di lei che valga la pena.”

Un barlume di speranza si fece strada nel cuore di Marina. Se l’avessero abbandonata avrebbe potuto trovare un riparo. Di sicuro un viaggiatore di passaggio si sarebbe fermato per aiutarla. Lei guardò in su e in giù lungo la strada. Male che vada avrebbe potuto camminare fino a raggiungere una casa dove chiedere aiuto. In ogni caso, tutto sarebbe andato bene se avesse potuto liberarsi dai banditi.

“Sì.” L’uomo le rivolse una specie di ghigno, poi la strattonò contro di sé. Il suo alito le bruciò le narici mentre le sbuffava in faccia, i suoi occhi bruciarono in quelli di lei. “Non sopravvivrai neanche un’ora, ragazzina.” La spinse via, allentando la presa sul suo braccio.

Quando lei incespicò all’indietro il suo pugno le si schiantò contro i denti e il mondo divenne improvvisamente tutto nero.




CAPITOLO 2


Evan Lockheart, il Duca di Rowley, cavalcava tenendosi ben saldo, lungo tutta la sua proprietà. La pungente aria invernale si stagliava contro la sua faccia scoperta lasciandogli nuda la pelle, ma lui non prestava attenzione a una cosa del genere – infatti, sopportò il freddo. Era una tortura autoimposta allo scopo di scacciare i fantasmi che lo perseguitavano.

Erano passati tre anni dalla morte di sua sorella, due da quella di sua moglie, eppure non riusciva ad allontanare i ricordi. Quel periodo dell’anno, quando l’autunno lasciava il posto all’inverno per avvicinarsi alle feste natalizie, era particolarmente difficile per lui. Inizialmente aveva provato a cancellare i ricordi , ma fu uno sforzo che non dette alcun frutto.. Ora si era isolato nella sua tenuta di campagna, dove poteva almeno evitare gli sguardi e la commiserazione dei suoi pari.

Evan era ben consapevole dei pettegolezzi che lo circondavano. La gente lo chiamava recluso e parlava delle sue disgrazie. Nelle rare occasioni in cui si era avventurato a Londra, la gente lo fissava lanciandogli strane occhiate. Si era sentito chiamare Duca della morte in più di un’occasione. Anche se il soprannome era pesante, tuttavia lui pensava che gli si confaceva.

Tutti quelli che Evan aveva amato erano arrivati ormai al capolinea.. I suoi genitori erano morti in un incidente con la carrozza sei anni fa; poi c’era stato il suicidio della sorella, e infine sua moglie e suo figlio erano morti durante il parto. I lutti si accumularono, consumando la sua anima fino a che non rimase che cenere. Quando la polvere si diradò, si ritrovò nascosto nella campagna dove non poteva essere ferito di nuovo.





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*** NUOVA EDIZIONE *** Traduttore: Patrizia Barrera Man mano che il Natale si avvicina entrambi si scopriranno sempre più innamorati, ma riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono tra loro e ad abbandonarsi alla passione? Caduta in disgrazia e tradita da quelli in cui riponeva la sua fiducia, Lady Marina Ellis si trova vicina alla morte e ha un disperato bisogno di aiuto. Evan Lockhart non si sarebbe mai aspettato di trovare una donna seppellita in un cumulo di neve proprio nei pressi del suo palazzo ducale, ma ora che l’ha trovata non può più separarsene. Man mano che il Natale si avvicina entrambi si scopriranno sempre più innamorati, ma riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono tra loro e ad abbandonarsi alla passione?

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