Книга - Scioccato Dalla Mia Volpina

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Scioccato Dalla Mia Volpina
Dawn Brower


Christian e Scarlett hanno dei ricordi in comune di cui non vogliono parlare. Dopo essersi incontrati di nuovo, devono scendere a patti con se stessi e cercare una linea comune, ammettere finalmente la verità...che è l'ultima cosa che vorrebbero fare. In realtà sono attratti l'uno dall'altra ma devono trovare un modo per superare le loro diversità e permettere finalmente all'amore di sbocciare.

Christian Kendall, Marchese di Blackthorn, non ama le responsabilità del suo titolo nobiliare. Se non avesse degli obblighi nei confronti della propria casata, avrebbe preferito di gran lunga viaggiare nel tempo, come aveva già fatto suo fratello Nicholas. Il suo amato fratello gli manca così tanto, e si sente perso senza di lui.

Lady Scarlett Lynwood si sente perduta: non fisicamente, ma nell'anima. Vorrebbe esplorare il mondo e goderlo nella sua interezza, e per questo sa che non deve permettersi di cedere all'amore. Sfortunatamente, sa che le cose andranno diversamente. Ha il dovere di presenziare ai balli e ai ricevimenti e trovarsi un marito. Quello che i suoi genitori ignorano è che lei non ha alcuna intenzione di sposarsi e dedicarsi alla famiglia. Ha uno spirito avventuroso, ed è difficile penetrare nel suo cuore.

Christian e Scarlett hanno dei ricordi in comune di cui non vogliono parlare. Dopo essersi incontrati di nuovo, devono scendere a patti con se stessi e cercare una linea comune, ammettere finalmente la verità...che è l'ultima cosa che vorrebbero fare. In realtà sono attratti l'uno dall'altra ma devono trovare un modo per superare le loro diversità e permettere finalmente all'amore di sbocciare.








Scioccato dalla mia volpina




Indice


Ringraziamenti (#uc52c7e04-d055-58ba-b574-4c6ed7b17339)

PROLOGO (#u0002ae26-ee9c-5c2d-8dda-cd6698a3e09d)

CAPITOLO PRIMO (#u02cce83d-1341-539a-983a-1a9b5591f07e)

CAPITOLO SECONDO (#ud4dea7cb-a0db-561f-aeaf-7f4abd705ec9)

CAPITOLO TERZO (#uddd438ff-9f2b-5aa2-bac6-620b43b3f230)

CAPITOLO QUARTO (#ued15e14a-5690-5939-82ff-8596f3ad4f7d)

CAPITOLO QUINTO (#u1667c219-e78c-513b-9f24-e3d6816a7b89)

CAPITOLO SESTO (#u4865f684-f1c8-500a-81bd-064b9f401a39)

CAPITOLO SETTIMO (#u40bf231f-2045-5036-9dbc-6b2fd368e52a)

EPILOGO (#ucf41d7d6-7395-57a0-a7a9-8201bc006815)

NOTE SULL’AUTRICE (#u0244a068-0fc8-50ea-84ef-88aa9f95a4b0)

LIBRI DI DAWN BROWER (#ue211d3e0-ecd2-56f4-bbed-41f6f5ba4836)

Estratto: SPIANDO LA MIA CANAGLIA (#ua616427e-9630-59b4-8d20-aeaecc0cac2f)

CAPITOLO PRIMO (#ue0e7e48f-d1fe-57bf-be18-c797f8b2769d)

CAPITOLO SECONDO (#u44255934-100e-541b-9d22-bd90e1850395)


A volte il tuo cuore ha bisogno di tempo per accettare quello che già sai con la mente, o talvolta è il contrario. Spero che gradirete le lotte tra Christian e Scarlett, nel tentativo di negare il loro amore, e che sarete comprensivi con i loro errori. L’amore è sempre una cosa complicata ma, quando s’incontra la propria anima gemella, vale la pena di correre qualche rischio per lei.




Ringraziamenti


Non mi stancherò mai di ringraziare il mio Editore nonché Cover Design Victoria Miller. Lei non fa che aiutarmi, in mille modi diversi. Le sono grata per tutto quello che fa per me, tirare fuori la mia parte migliore…e spingermi a dare sempre di più. Mille volte grazie.

E anche a te, Elizabeth Evans. Grazie del tuo supporto, e anche della tua amicizia. Sei molto importante per me. Dirti grazie non sarà mai abbastanza, ma è tutto quello che posso fare: quindi grazie, amica mia, per la bella persona che sei.




PROLOGO


Estate 1835

Lady Scarlett Lynwood guardava fuori dalla finestra della biblioteca di Weston Manor. Non doveva essere lì. Non nella biblioteca, nella tenuta di Weston ... Qualcosa dentro di lei le diceva che si sarebbe pentita di aver permesso a sua madre di portarla lì. Le sue premonizioni non avevano mai fallito, nemmeno una volta nella sua vita da quando si era accorta di poter predire il futuro. Ora aveva solo quindici anni, ma la sua diversità la faceva sentire vecchia. E anche quel giorno si sentiva così.

"Cosa fate qui da sola?" le chiese il gentiluomo.

Si voltò per incontrare lo sguardo di Christian Kendall, marchese di Blackthorn. Aveva un paio d'anni più di lei ma era un uomo fatto. Perché lei si trovava lì? Forse perché questa era la casa della sua famiglia, e un giorno sarebbe diventata del duca? O magari perché lei si sentiva fuori posto altrove? Qualunque fosse il motivo, non era importante. Scarlett si strinse nelle spalle con nonchalance. "Non c'è niente di interessante fuori da questa stanza."

Christian, non riusciva a pensare a lui come Lord Blackthorn, mantenne il suo comportamento compunto e formale, ma le lanciò uno strano sguardo. "E cosa c’è di divertente qui?"

"Molte cose. - rispose lei prontamente, indicando la libreria - Tra questi scaffali ci sono tanti libri che mi aiutano a volare con la fantasia.”

L’uomo sorrise. "Suppongo che abbiate ragione." Christian le si avvicinò. "Cercate un libro in particolare?"

Scarlett scosse il capo. "Sto cercando alcuni libri di cui mi parla spesso mia madre. Sapete, quelli della sua epoca…”

Il sorriso di Christian scomparve. Forse non amava parlare dei viaggi nel tempo? Sua madre, Alys, la duchessa di Weston, veniva dalla stessa epoca della madre di Scarlett. Nessuna delle due aveva tenuta la cosa nascosta ai propri figli. E Scarlett aveva origliato spesso, quando le due donne chiacchieravano tra loro dei ricordi del futuro. Le aveva sentite spesso parlare di automobili, cellulari e perfino di una cosa strana, che loro chiamavano doccia calda. Sembravano tutte cose molto interessanti, ma Scarlett dubitava che le avrebbe mai sperimentate di persona. Era convinta di essere una ragazza coraggiosa, ma non abbastanza da viaggiare in un altro tempo.

"Temo di aver capito male…"rispose Christian, con cautela.

Scarlett fece un bel sorriso. "Avete capito benissimo, invece! E’ inutile che fingete di ignorare i trascorsi delle nostre madri!”

Lui sollevò un sopracciglio, quasi con arroganza. "Sarebbe meglio non parlare di queste cose. Non quando potrebbero ascoltarci.”

Scarlett fece un sorrisetto sarcastico. Quel ragazzo era proprio uno stupido!” Non sta bene da parte vostra ignorare deliberatamente i segreti di coloro che ci hanno messo al mondo. Le nostre madri non ne hanno mai fatto mistero!”

Christian sospirò. "Avete ragione, mia cara." Si fermò davanti a un grande specchio e fissò il suo riflesso. Era un giovane piuttosto affascinante e probabilmente sarebbe diventato ancora più bello nel corso degli anni. Non era destinato a lei, però. Non conosceva il suo futuro, ma sapeva che non sarebbe mai diventata una duchessa. Aborriva un simile destino, ed evitava accuratamente di innamorarsi di un nobile col quale avrebbe dovuto condividere le feste e gli eventi di quella stupida nobiltà. Scarlett preferiva di gran lunga essere libera da tutti quei formalismi e quelle odiose ipocrisie!

"Sapete come funziona il viaggio nel tempo?" chiese lui, continuando a fissare lo specchio.

"Sì .- rispose Scarlett - Beh, non nei particolari, ma so che è possibile e che le donne delle nostre famiglie hanno questo dono, ma non so precisamente cosa bisogna fare per andare in un altro tempo.”

Scarlett fissò lo specchio. C'era qualcosa di magico in tutta questa faccenda, e lei ne era attratta. Avrebbe voluto toccarlo, ma questo significava avvicinarsi a Christian. Prima di potersi frenare, fece due passi e si fermò alle spalle del ragazzo. I suoi capelli erano un po' più chiari dei suoi, come se fossero stati bruciati dal sole, mentre i suoi ... erano quasi rossi. Le loro immagini riflesse li guardavano sornione, quasi spingendoli a darsi la mano per…? Cosa? Fare un salto ed entrare nello specchio? Non le sembrava la cosa più opportuna. Scarlett chiuse gli occhi e provò a immaginare la scena, lei e Christian che camminavano mano nella mano dentro lo specchio.

"E’ come se parlasse anche a voi, non è vero? - le sussurrò Christian - Ogni volta che vengo qui e mi guardo allo specchio è come se lui mi parlasse e mi spingesse a fare il salto. E ci sono dei giorni in cui ho dovuto fermarmi all’ultimo momento.”

Era così che succedeva? Era lo specchio a convincere le persone ad attraversarlo? Questo era successo a sua madre, o alla madre di Christian? Scarlett non aveva mai avuto il coraggio di chiedere come fossero andate realmente le cose, e sua madre non era mai scesa nei particolari. Ma adesso moriva dalla voglia di scoprirlo. Forse, più tardi, le avrebbe chiesto di spiegarle tutto. Più probabilmente la donna glielo avrebbe svelato spontaneamente: l’empatia era il suo altro dono, in grado di farle capire in un lampo cosa frullava nella mente delle persone. Una cosa di cui Scarlett aveva sempre avuto paura.

"Sì, non so se mi sta parlando, ma qualcosa sta facendo…” ammise. Scarlett afferrò la mano di Christian e la strinse con forza. Non capiva perché ne sentisse il bisogno, ma non era riuscita a frenarsi. Abbassò lo sguardo sulle loro mani intrecciate, poi i due ragazzi si guardarono fissi negli occhi.

"Se volevate la mia mano, bastava chiederlo.” ridacchiò Christian.

"Oh, tacete, per favore!” lo rimproverò lei, poi allungò una mano e toccò lo specchio. Lo sentiva muoversi sotto le dita, come le onde che faceva lo stagno quando gli si lanciava un sasso. Lei sussultò a quel contatto, e ritrasse la mano. "Avete visto?" esclamò.

"Sì e non credo che dovreste rifarlo.” rispose Christian, con la voce tesa.

Di colpo lo specchio cambiò: piuttosto che le loro immagini riflesse cominciò a mostrare qualcos’altro, delle ombre…forse il loro futuro. Scarlett rimase senza fiato. Le sembrò di vedere loro due abbracciati, che si baciavano in una stanza molto diversa da quella in cui si trovavano in quel momento. Lui la stava baciando come se non esistesse un domani, e ciò le generò dei sentimenti contrastanti, a metà tra l’eccitazione e l’imbarazzo. A un tratto le scappò un gemito, e subito l’immagine confusa scomparve. Ma Scarlett era sicura di avere dato una sbirciatina al futuro.

"Quello ..." La voce di Christian si era fatta roca. "Non può essere vero!"

"Davvero?" Scarlett si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio. "Mi trovate così disgustosa?"

"Non ho detto questo! - esclamò lui, sulla difensiva. Lanciò uno sguardo alle loro mani ancora intrecciate e liberò di colpo la sua. "E’ solo che ... Lo specchio ci sta attirando in una stupida trappola!"

"A che scopo?" esclamò lei, stizzita. Quel ragazzo era un vero idiota! Avrebbe voluto schiaffeggiarlo, per averla offesa a quel modo, ma si trattenne. Non meritava di respirare la sua stessa aria!

"State forse dicendo che lo specchio intende farci da paraninfo?” Sbuffò. "Non siate ridicolo."

Scarlett gli voltò le spalle e fece per andarsene, quando lui la chiamò. “Secondo voi, quello che abbiamo visto è il futuro, dunque? Avete il dono di prevederlo anche voi?”

Lei si raddrizzò tutta e non si voltò per incontrare il suo sguardo. La maleducazione di quel tanghero cresceva a vista d’occhio. Scarlett non gli aveva mai parlato del suo dono, come faceva lui a saperlo?

"State tranquillo, il mio futuro non avrà mai nulla a che fare con il vostro!” esclamò. Dopodiché uscì dal salone. Non gli avrebbe parlato del suo dono, e lei stessa non sapeva se quello che avevano visto nello specchio fosse realmente il futuro…Tuttavia, in un angolo del suo cuore, sperava che Christian avesse ragione, che si trattasse solo di un illusione creata dallo specchio. Detestava l’idea che un giorno avrebbe potuto desiderare quell’uomo, e voler condividere la sua vita con lui. Non gli avrebbe mai permesso di baciarla con la passione che aveva vista riflessa nello specchio. Scarlett, almeno per il momento, non aveva alcuna voglia di prendere marito, e di solito i baci erano gli inganni che conducevano una donna direttamente su quella strada. Christian era fuori discussione: lui e il peso del suo titolo nobiliare. Un giorno sarebbe diventato duca e lei non aveva nessuna aspirazione di essere la sua duchessa o, cosa più importante, la moglie che avrebbe dovuto condividere con lui responsabilità e doveri insopportabili.

Ma dentro di sé sapeva di non essersi mai sbagliata, e temeva che quello che aveva visto si sarebbe prima o poi avverato. Anche se avesse provato a negarlo fino all'ultimo respiro. Christian le piaceva fin da quando era bambina, ma continuava a ripetersi che quella vita non era per lei. Se lo sarebbe ripetuta nella mente fin quando non si sarebbe convinta davvero... Lui aveva bisogno di una donna di tutt’altra pasta, una che potesse concedersi completamente. E lei non era di quel tipo. Non voleva innamorarsi di nessuno. IL suo cuore sarebbe rimasto insensibile al fuoco dell’amore. Scarlett era fermamente convinta che amare significasse soffrire, e lei non voleva essere infelice. No, non si sarebbe mai innamorata, né ora né mai. Sicuro.




CAPITOLO PRIMO


Dieci anni dopo…

Scarlett guardò fuori dal finestrino della carrozza mentre percorrevano il lungo viale che portava a Weston Manor. In un certo senso, era surreale. Durante l'ultima visita aveva avuto un'esperienza bizzarra, che sperava di non ripetere, con Christian Kendall, il marchese di Blackthorn. Da quel giorno aveva evitato il più possibile di rivederlo.

Dopo la visione nello specchio, che avevano avuto insieme, aveva fatto di tutto per stare lontana da lui. Quello che aveva visto nello specchio per lei era come un incubo. Non credeva nell'amore ma temeva che la visione nello specchio si riferisse al suo futuro. Si sarebbe innamorata di Christian, e lei non voleva. L'amore era per Scarlett qualcosa di estraneo, un sentimento che non le apparteneva. Lei desiderava altro, nella vita. Le sue visioni le avevano svelato un mondo straordinario, in cui aspirava ad entrare. Un futuro meraviglioso in cui un matrimonio con Lord Blackthrn non era contemplato...

Quello che aveva visto non doveva assolutamente avverarsi…anche se, a volte, si ritrovava a sognare l’amore con Christian ad occhi aperti. Quando tornava in sé si sentiva più male di quanto avrebbe dovuto, e non capiva il perché, quindi faceva di tutto per non cedere a quel desiderio. Lei e Christian erano troppo diversi: non aveva alcuna intenzione di crollare un giorno tra le sue braccia.

Ormai aveva preso la decisione di non sposarsi ed era determinata a mantenerla. In qualche modo era riuscita a rimanere lontana da Lord Blackthorn per tutto quel tempo, e avrebbe continuato a farlo. Ma il destino ha i suoi disegni e, ora che era tornata a Weston Manor, Scarlett temeva che qualcosa l’avrebbe costretta a riprendere la strada che credeva di aver abbandonato per sempre.

Aveva fatto di tutto, per non partecipare a quel maledetto ricevimento nella tenuta, ma sua madre era stata ferrea. Doveva far compagnia a sua cugina, Lady Giacinta Barrington, che si era intestardita di sposare un principe straniero. Lei almeno stava inseguendo il suo sogno, diventare Principessa. Scarlett aveva provato a dissuaderla in tutti i modi, ma quella ragazza era testarda come una mula. Quando si sarebbe accorta del grave errore che stava facendo, sarebbe stato ormai troppo tardi. L’uomo adatto per Giacinta era Carrick, e lei continuava a non capirlo. Erano destinati a stare insieme.

"So che ora vi sentite indispettita e arrabbiata con me, - stava appunto dicendo a Giacinta Lady Havenwood, sua zia - ma sono davvero lieta che abbiate deciso di partecipare a questo ricevimento. Sarà la vostra ultima occasione per trovare un degno marito, prima di tornare nella nostra Contea per l’inverno.”

"Forse sono condannata a rimanere una vecchia zitella.” rispose Giacinta, con tono amaro. “E magari è meglio così.. Comunque preferisco rimanere a Havenwood. Sono sicuro che, quando sarà il momento, Elijah mi permetterà di restare in tenuta con lui.”

"Non siate così melodrammatica, mia cara - disse Lady Havenwood, sospirando - Non diventerete affatto una vecchia zitella. Dovete solo essere più…amabile. Consentite agli altri di guardare nella vostra anima, e capiranno che bella persona che siete!”

Scarlett avrebbe voluto sbuffare. Sua zia aveva certo delle buone intenzioni, ma non conosceva affatto i reali desideri della figlia. In un certo senso, sua cugina era fortunata. Il dono dell’empatia che aveva la madre di Scarlett non concedeva a nessuno di mantenere un segreto! Riusciva sempre a leggere dentro le persone. Se anche la sua cara zia avesse potuto scavare un po’ nella testa di Giacinta, forse si sarebbero capite. Scarlett sperava vivamente che un giorno le due donne avrebbero abbattuto il muro di incomprensione che le divideva; amava molto entrambe.

Scarlett sapeva che Giacinta desiderava l’amore più di ogni altra cosa nella vita, ma stava per fare un grande errore e avrebbe voluto fare qualcosa per evitarglielo. Il destino non è inciso nella pietra. L’uomo destinato a lei era Lord Carrick, ma Giacinta non aveva capito ancora di amarlo, e chissà perché si era intestardita che voleva diventare Principessa a tutti i costi. Giacinta alzò lo sguardo su Lady Havenwood e disse:

"Madre, voi avete trovato l'amore e siete convinta che tutti possano riuscirci. La maggior parte delle persone non è così fortunata. Fatemi proseguire per la mia strada e, vi prego, smettetela di darmi stupidi consigli."

"Non c'è bisogno di essere maleducati." sbuffò la donna.

"Non temete, cugina.- le disse Scarlett. Doveva cercare di guidare sua cugina in una direzione diversa. Quello che avrebbe dovuto fare anche con se stessa…se avesse rinunciato alle proprie ambizioni - L'amore è già con sulla vostra strada. Presto ve ne accorgerete.” Le parole erano un po’ vaghe e Scarlett se ne accorse. Dubitò che la cugina le avrebbe dato credito.

Giacinta arricciò il naso. "Siete ermetica come al solito." Fissò Scarlett. “E voi, cara cugina? Avete già trovato l’amore della vostra vita?"

Scarlett aggrottò la fronte. “Il mio futuro non mi è sempre chiaro. Più ci vado vicino, meno capisco. Mi piacerebbe credere che anch’io troverò amore, ma non ne sono sicura."

Si strinse nelle spalle. Non poteva certo svelare alla cugina che un giorno di tanto tempo fa aveva visto lei e Christian nello specchio che si baciavano! Anche perché voleva credere che quello che aveva visto in realtà fosse uno scherzo della propria mente; ancora oggi rifiutava di accettarlo.

"Sono sicura che anche voi troverete l’uomo della vostra vita. Come potrebbe essere altrimenti?” sorrise caldamente Giacinta. Scarlett sorrise di rimando: sapeva che Giacinta le voleva bene e che le sue parole erano sincere.

"Grazie. Lo prenderò come un buon augurio." Beh, almeno qualcuno ci credeva ...

La carrozza si fermò davanti al castello. Giacinta sussultò leggermente in avanti e si aggrappò alla maniglia della carrozza per non cadere. Scarlett si fece di lato per prepararsi a scendere.

"Sono contenta che finalmente siamo arrivate!" Scarlett chiuse gli occhi e sospirò. Sua cugina odiava davvero viaggiare. Probabilmente era per questo che inizialmente si era rifiutata di partecipare alla festa. Di sicuro avrebbe preferito rimanere a Havenwood. Era stato il suo sogno diventare principessa a spingerla ad affrontare un viaggio così lungo.

"Concordo con voi! - rispose Scarlett e fece un bel respiro. - In alcuni momenti ho temuto che non saremmo mai arrivate!”

"Ora mi ricordate Elijah." Giacinta sorrise. "L’ultima volta che siamo venuti qui, circa dieci anni fa, non ha fatto che lamentarsi per tutto il tragitto!”

Suo cugino, Elijah, odiava viaggiare più di chiunque altro. Scarlett si augurò di non assomigliargli per niente. Anche lei detestava viaggiare, ma comunque qualche piccolo spostamento lo accettava di buon grado. Era questo viaggio che proprio non le andava giù, perché la riportava all’unico posto dove non avrebbe mai voluto tornare... Weston Manor.

Ogni volta che il castello riaffiorava nei suoi pensieri, si sentiva un brivido di terrore lungo la schiena. Ci sarebbe stato anche Lord Blackthorn, lì. Si sarebbero visti di nuovo e lei avrebbe dovuto affrontarlo. Magari lui aveva dimenticato quella orrenda visione. Scarlett si attaccò a questa debole speranza...

Lady Havenwood ridacchiò. "E’ vero, quel ragazzaccio non sopporta l’idea dei lunghi viaggi in carrozza. Ora ha preso l’abitudine di spostarsi solo a cavallo." Scosse il capo. "Probabilmente è meglio così. Durante quel famoso viaggio mi è venuta più volte la voglia di strozzarlo…e dire che lo amo tanto!” Ridacchiò.

"Sono sicura che tutti ti avrebbero perdonata, se lo avessi fatto! - ridacchiò a sua volta Giacinta - Era davvero insopportabile!”

Scarlett sorrise dentro di sé: era proprio impossibile che sua zia torcesse un solo capello ad Elijah. Per quanto quel ragazzo avesse un carattere spigoloso, Lady Havenwood era convinta che tutto ciò che facesse suo figlio andava bene: lo aveva viziato troppo.

Un valletto aprì la porta della carrozza. S’inchinò alle signore e le aiutò a scendere. Giacinta si stiracchiò, grata di essere finalmente arrivata al castello. Adesso per Scarlett veniva la parte più difficile: trovare il modo di non avere a che fare con Lord Blackthorn per tutto il tempo della sua permanenza. Una cosa impossibile, pensò.

"Bene, madre, - disse Giacinta - non so per voi e Scarlett, ma io non vedo l'ora di andarmi a riposare nelle mie stanze. È stato un viaggio massacrante, e ho le ossa a pezzi!”

"Capisco perfettamente. - rispose Lady Havenwood - Andiamo a salutare la padrona di casa, e poi ci ritireremo."

Scarlett annuì. "La stessa cosa per me. Non vedo l’ora di buttarmi sul letto! Credo che dormirò per tutto il giorno!" Si massaggiò leggermente la pancia. “O almeno fino a ora di cena. Il mio stomaco potrebbe non essere d'accordo a rimanere vuoto fino a domattina!"

Giacinta ridacchiò. Scarlett era contenta che sua cugina fosse felice. Probabilmente aveva intenzione di sgattaiolare via e perseguitare quel povero principe. Scarlett le augurò dentro di sé felice caccia. Il principe non faceva parte del futuro di Giacinta, ma forse sarebbe stato determinante per condurla tra le braccia di Lord Carrick.

Scarlett non aggiunse altro: per ora voleva nascondersi nelle sue stanze. Più tardi, avrebbe scoperto il modo migliore per evitare Lord Blackthorn. Sarebbe stata un’ardua impresa, ma valeva la pena di provarci.






Christian Kendall, il marchese di Blackthorn, fissava la carrozza ferma davanti all'ingresso di Weston Manor. Una ciocca dei suoi capelli castano chiaro gli ricadde sulla fronte, a causa della forte brezza. Christian alzò la mano e se la allontanò dagli occhi. Sapeva bene chi c'era dentro a quella vettura. Era da tempo che stava aspettando.

Lady Scarlett aveva fatto di tutto per evitare di incontrarlo, e lui se n’era accorto. Ma, ora che lei era qui, sarebbe stato impossibile non realizzare il suo sogno. Scarlett avrebbe dovuto rifiutare di venire a Weston Manor, se non voleva che lui la corteggiasse.

Quella visione allo specchio, quando era così giovane, lo aveva terrorizzato e per anni aveva cercato di rimuoverla dalla sua mente. Per tanto tempo aveva provato a fuggire dal suo futuro, ma ora era pronto ad affrontarlo. Suo fratello era già corso dentro a quello specchio per inseguire il suo destino. Se Nicholas era stato così coraggioso, allora per Dio, poteva esserlo anche lui!

"Cosa guardate?" chiese Rhys Rossington, il conte di Carrick. Una ciocca dei suoi capelli biondo dorato gli sbattè direttamente sul viso, mentre parlava.

"Gli ospiti di oggi.” rispose Christian, con leggerezza. Suo cugino Rhys non le riconosceva da quella distanza, ma sapeva benissimo di chi si trattava. E tra loro c’era una ragazza che gli interessava molto...

Rhys guardò verso la parte anteriore del maniero. Avevano camminato lungo le scogliere, per lo più in silenzio. Suo cugino era troppo taciturno. Christian sospettava che il suo atteggiamento avesse molto a che fare con Lady Giacinta Barrington. Sembravano attratti fortemente l'uno dall'altra, e Christian era convinto che presto ci sarebbe stato del tenero, tra loro. Non aveva dubbi, in proposito. Era solo questione di tempo.

"Sapete quanti ospiti sono attesi per oggi?" chiese Rhys, continuando a guardare ostentatamente il castello.

"Non lo so - rispose Christian - Mia madre non mi consulta mai, su queste cose... Non più del solito, immagino. " C'era una sola ospite che a Christian interessava, e tutti gli altri per lui non contavano molto. "Troppi, a mio avviso.” precisò.

"Vero. - disse Rhys, tiepidamente - Suppongo che dovremmo tornare a casa. Zia Alys si aspetterà che facciamo il nostro dovere, con gli ospiti.”

"Anche mia madre, temo. Ma probabilmente possiamo esentarci per stasera. Domani, invece ... "

"Nessun problema! - rispose Rhys - Conosco i miei doveri." Sorrise maliziosamente. “Ci saranno molte signorine che si aspettano un po’ di compagnia. Tra il mio fascino e la vostra natura ardente, credo che prima o poi le nostre madri ci pregheranno di corteggiarle.”

Christian aveva i suoi dubbi. Con il suo interesse per Scarlett e quello di Rhys per Lady Giacinta, ci sarebbero state parecchie donne deluse, l’indomani.

Ma se lo sarebbe tenuto per sé. Rhys non era ancora consapevole dei suoi sentimenti per Lady Giacinta.

"Forse. - rispose cautamente - Ma mi terrò alla larga fino a domani. Nel frattempo, entriamo. Possiamo giocare a biliardo e affogarci nel brandy. Mi piacerebbe saltare la cena, stasera, e ho bisogno della vostra complicità.”

Era convinto che Scarlett avrebbe provato a fare lo stesso. Ciò che ignorava era: si sarebbe rintanata nella sua stanza o avrebbe trovato un altro posto in cui nascondersi? Optò per la seconda opzione. Christian voleva disperatamente un abboccamento con lei. Scarlett avrebbe fatto di tutto per non incontrarlo, ma alla fine avrebbe vinto lui.

"Uno o due bicchieri di Brandy, o anche di più, e per me sarà come trovarmi in paradiso!” esclamò Rhys. Fece un sorrisetto cattivo. "Ciò significa che accetterete di perderete contro di me a biliardo, perché ho intenzione di vincere, stasera.”

"Potete sicuramente provarci!” ridacchiò Christian, dando un buffetto scherzoso sulla spalla di Rhys con il palmo della mano. "Ma sappiamo entrambi che perderete.”

"Siete un illuso. - esclamò Rhys - Ma vi lascerò sognare, caro cugino.”

Christian rise. "Come sempre!”

Camminarono fianco a fianco verso il maniero. Christian non aveva molta voglia di giocare a biliardo o bere brandy, ma doveva fare qualcosa per far passare il tempo, in modo che Scarlett si convincesse che anche lui intendeva evitarla. Poi, quando meno se lo aspettava… Per ora, trascorrere qualche ora con suo cugino sarebbe stato divertente…




CAPITOLO SECONDO


Scarlett aveva inviato le sue scuse alla duchessa per non poter essere presente a cena. Aveva chiesto di essere servita nelle sue stanze, sostenendo di essere troppo stanca del viaggio. La verità era che aveva bisogno di un'altra notte di pace. Lord Blackthorn sarebbe stato a cena, quella sera; quindi, lei aveva deciso di non andarci. Sarebbe rimasta al castello per circa due settimane: come avrebbe fatto ad evitare Christian per tutto quel tempo? Un'ultima notte in santa pace era chiedere troppo?

Aveva già cenato da tempo. Ora cominciava ad annoiarsi. Si era già riposata abbastanza, anche troppo… La maggior parte degli ospiti si era ritirata nelle proprie stanze; probabilmente non avrebbe corso alcun rischio, se si fosse recata in biblioteca a scegliere un bel libro. Poteva trovare qualcosa da leggere per tenere la mente occupata finché non si fosse sentita abbastanza stanca da dormire. Ma c’'era un problema. La biblioteca di Weston Manor le faceva paura. Lì c’era quel dannato specchio, e lei non aveva molta voglia di vedersi riflessa dentro. E se le avesse fatto vedere qualcosa di ancora più terribile?

Scarlett arricciò il naso con disgusto. Si stava comportando da sciocca. Era uno specchio, niente di più. Quella visione era stata un'invenzione della sua mente ... e, se avesse continuato a ripeterselo, alla fine ci avrebbe anche creduto. Raddrizzò le spalle e fece un bel respiro. Poteva farlo. Non le ci sarebbe voluto molto per trovare qualcosa degno di essere letto. Conosceva bene la sala biblioteca e sapeva che era organizzata molto bene. Le sarebbe bastato andare direttamente alla sezione che conteneva i libri d’avventura, sceglierne uno velocemente, e si sarebbe ritrovata in camera sua senza nemmeno rendersene conto.

Presa la decisione, si infilò la vestaglia e si diresse alla porta. Lentamente, la aprì e sbirciò fuori per dare un’occhiata al corridoio. Avrebbe voluto portare una candela con sé, per non inciampare. Ma sarebbe stato un inutile rischio, qualcuno avrebbe potuto vederla: c’erano delle torce ai lati dello scalone, anche se creavano parecchie ombre. Pensò di portarsi comunque un lume e accenderlo solo quando fosse giunta in prossimità della biblioteca…ma scartò subito l’idea. Non voleva sembrare una cospirata, voleva solo andarsi a prendere un libro da leggere!

Sembrava che non ci fosse nessuno in giro. Bene, molto bene. Scivolò fuori dalla sua camera e si avviò lungo il corridoio il più silenziosamente possibile. Con una candela avrebbe diretto meglio i suoi passi, ma forse era meglio così. Usò i muri per andare avanti, scivolando piano in modo da sentirli sotto le dita. Tirò un sospiro di sollievo quando raggiunse il fondo delle scale. La ringhiera l'aiutò a scendere gli ultimi gradini. Per ora tutto bene, e la sala che le interessava era proprio dietro l’angolo.

Scarlett fece un respiro profondo e girò a sinistra. Continuò ad andare a tentoni, appoggiandosi al muro per non inciampare in qualcosa, e contò le porte in modo da entrare direttamente nella biblioteca. Era passato parecchio tempo dalla sua ultima visita, quindi sperò di non sbagliarsi. Alla fine raggiunse quella che le sembrava la porta giusta. Con cautela l’aprì e scivolò dentro. Il legno scricchiolò leggermente, e Scarlett trasalì: fino a quel momento era stata molto silenziosa, ma ora quello scricchiolio poteva tradirla! Rimase in attesa, schiacciandosi sulla porta con il cuore in gola. Che stupida! Ma chi poteva esserci in giro, oltre a lei, a quell’ora tarda?

Lasciò la porta socchiusa, per evitare che facesse altro rumore, e si addentrò nella sala. La luce della luna filtrava attraverso le finestre, rischiarando l’ambiente abbastanza da permetterle di scorgere qualcosa su un tavolo vicino. C’era un candelabro con tanto di acciarino: ottimo! Adesso aveva tutto l’occorrente per cercarsi un libro in pace. Accese le candele e, quando ebbe terminato, appoggiò il candelabro su un altro tavolino, più vicino agli scaffali dei libri. Rischiarata da quella tenue luce aguzzò lo sguardo sul dorso dei volumi, per leggerne i titoli. "Allora…vediamo se c’è qualcosa che mi piace…" borbottò tra sé e sé, mentre faceva scorrere la punta del dito sui bei libri.

"Potrei consigliarvi un titolo o due." esclamò un uomo alle sue spalle.

Scarlett sussultò al suono di quella voce. Deglutì a fatica e si voltò, per incontrare lo sguardo di Lord Blackthorn. Cavolo! Era ovvio che solo lui poteva essere ancora in giro, nel cuore della notte!

"Vi ringrazio, milord, ma credo di essere in grado di farlo da sola!”- esclamò, raddrizzandosi tutta e tenendo la testa alta

"Sì, ma non è divertente. - rispose l’uomo, con un tono di voce divertito - Alcuni dei migliori libri che ho letto mi sono stati consigliati da un amico fidato.”

"E’ proprio questo il problema, milord. Non mi fido di voi." rispose Scarlett, acidamente. In realtà era di se stessa che non si fidava, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Tuttavia il termine usato da Christian, ”amico fidato” le schiarì un po’ le idee. Se lui si considerava un buon amico per lei allora le cose erano due: o mentiva oppure il problema era la propria debolezza nei confronti di quell’uomo. Ma Scarlett temette che in realtà la verità fosse un’altra: entrambi erano innegabilmente attratti l’uno dall’altra, e non sarebbero riusciti a resistere ai propri impulsi.

Christian era appoggiato allo stipite della porta. Non riusciva a distinguere i suoi lineamenti in quella penombra, ma poteva vedere abbastanza. Scarlett si sentì improvvisamente fragile, davanti a lui. Non avrebbe ceduto alla sua debolezza, mai! Ecco perché non voleva tornare a Weston. Temeva che, quando lo avesse fatto, tra loro sarebbe successo quello che aveva visto nello specchio. Lord Blackthorn non poteva far parte del suo futuro! Detestava già solo l’idea, nel profondo della sua anima ... Scarlett temeva che, se avesse ceduto al suo desiderio per Christian, si sarebbe rovinata con le sue stesse mani.

Lui sospirò e si avviò verso di lei. Lei fece un passo indietro. Era abbastanza vicino da poterlo vedere più chiaramente ora. Lui sollevò un sopracciglio, beffardamente. “Non siete mai stata un coniglietta spaventata, prima d’ora. Non crederete mica che voglio mangiarvi?”

Scarlett inclinò la testa di lato. "Ma voi siete davvero un lupo. Credo che mi terrò a distanza.”

Lord Blackthorn ridacchiò piano. "Forse è più prudente, ma che divertimento c’è?" Le si avvicinò, anche troppo: erano così a contatto che Scarlett potè quasi sentire il calore del suo corpo. "Vi assicuro che, se decidessi di mangiarvi, vi piacerebbe.” Ora la voce di Christian era roca, e Scarlett provò un intenso e lungo brivido dietro la schiena.

Fece due passi e si voltò per fuggire dalla stanza. Ma lui l’afferrò per un polso e la portò direttamente all’unico posto dove non voleva andare: davanti a quel maledetto specchio. Quella cosa infernale ... Le parve di vederci dentro della nebbia bianca che vorticava confusamente. Deglutì a fatica, ma non riusciva a togliere gli occhi dallo specchio, era come ipnotizzata… Improvvisamente, apparve un'immagine di lei e di Lord Blackthorn. Questa volta sembrava leggermente diversa, ma il messaggio era chiaro: lui faceva parte del suo destino, e lei poteva anche provare a resistere, ma sarebbe stato tutto inutile. Alla fine, sarebbe stata sua. Ma che diavolo….

Lo specchio la stava ingannando! Si voltò, inciampò mentre indietreggiava e atterrò direttamente tra le braccia di Lord Blackthorn. Lui la tenne stretta, mentre lei si dimenava per fuggire.

"Calmatevi." sussurrò. Il suo tono era leggermente ansioso, ma a lei non importava. Doveva scappare!

"Lasciatemi andare!” Il grido le uscì soffocato.

"Scarlett." Lui la chiamò per nome con la sua voce roca, e lei si bloccò subito e lo guardò nei suoi meravigliosi occhi blu. Era così dannatamente bello.

"Per favore! - mormorò - Lasciatemi tornare nella mia camera. Non posso restare... "

Lui le sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio. "Come volete. Possiamo parlarne più tardi, quando starete meglio."

Lei annuì con furia. "Ora lasciatemi andare!" Scarlett non aveva alcuna intenzione di discutere con lui di un bel niente! Sarebbero state due settimane d’inferno, a Weston Manor!

Alla fine, Christian la mise a terra e la lasciò andare; Scarlett fuggì dalla biblioteca. Barcollava, mentre tornava nella sua camera, e riuscì a respirare di nuovo solo dopo che si fu chiusa la porta alle spalle e l’ebbe serrata con il chiavistello. Scivolò nel letto come una bambina spaventata, e non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Ogni volta che provava ad addormentarsi, la nuova immagine che aveva visto allo specchio la tormentava.






A Scarlett bruciavano gli occhi, per la mancanza di sonno. Mordicchiò un pezzo di pane tostato e imburrato e sorseggiò il suo the. Non aveva un’ombra di appetito, ma doveva pur mettere qualcosa nello stomaco. Sperava che mangiare le avrebbe attenuato il senso di nausea.

Lord Blackthorn non era nella sala colazione, quindi almeno una cosa stava andando a suo favore. Le cose potevano cambiare, certo, ma lei sperava vivamente di no. Fece un altro morso di pane tostato, poi sorseggiò il suo the.

"Siete taciturna, stamane. C’è qualcosa che non va?" esclamò sua cugina Giacinta, versandosi del the nella tazza.

"Nulla d’importante.” rispose Scarlett. Amava sua cugina, ma con Giacinta si poteva parlare solo di moda e di vestiti.

"Non ci credo." Giacinta batté con impazienza la punta delle dita sul tavolo. Il suo tono di voce era un po’ petulante.

"Mi dispiace che non ci crediate. - ribatté Scarlett, causticamente - Non avete nessun principe da rincorrere, oggi?”

Giacinta fece una smorfia di disappunto. "Mio Dio, siamo un po’ odiose stamattina, non vi pare? Avete dormito male, per caso?" Sbatté le ciglia, atteggiandosi a brava bambina.

Scarlett avrebbe voluto strozzarla, ma si trattenne. Giacinta non immaginava quanto avesse colpito nel segno: dormito male? Non aveva chiuso occhio!

"Niente affatto. - rispose, con tono leggero - Anzi, ho dormito meravigliosamente.” Che bugiarda! Continuava a ripetersi di non voler avere niente a che fare con Lord Blackthorn, eppure bramava dalla voglia di rivederlo! Più di quanto avesse mai immaginato ...

"Scarlett cara… - tubò Giacinta - Credo proprio che stiate mentendo.” Ammiccò, con un sorrisetto furbo. “Non abbiate paura, confidatevi pure con la vostra cuginetta…” Pur di averla vinta, Giacinta avrebbe fatto di tutto. Non l’avrebbe più mollata.

Scarlett alzò gli occhi al cielo. “Certo che avete una grande immaginazione! La scorsa notte non è successo niente. Non ho dormito bene, tutto qui."

In realtà, temeva che non avrebbe chiuso occhio per tutta la settimana. Quegli incubi la tormentavano anche quando era sveglia, ma erano infinitamente più spaventosi quando cercava di dormire.

Giacinta scosse la testa, dichiaratamente incredula. "Capisco." Fece un sorso di the. "Ma su una cosa avete ragione: ho un principe da conquistare. Avevo intenzione di chiedervi una mano. Vi prometto che, se mi aiuterete, potrete tenervi tutti i segreti che volete, non vi tormenterò più... "

Scarlett non era una stupida. Giacinta non avrebbe mai mantenuto la parola. Se fosse scesa a patti con lei, sarebbe stato come ammettere che aveva qualcosa da nascondere.

"No, grazie." Fece un altro morso del suo pane imburrato e lo masticò lentamente, poi deglutì. "Non ho nulla che mi affligge. Voi siete libera di credere a quello che volete. Dio solo sa quanto siete testarda!”

"Non siete affatto divertente!" Giacinta arricciò il naso. "Sono ancora convinta che stiate mentendo e alla fine scoprirò la verità. Tenetevi pure i vostri segreti!" Si alzò e si spazzolò via le briciole della colazione dalla gonna. “Godetevi il vostro the. Io mi occuperò del mio principe!”

"Buona fortuna! - rispose seccamente Scarlett - Io invece ho in programma una mattinata tranquilla nella mia camera. Spero che il sonno si ricordi di me." Comunque sia, si sarebbe rintanata in camera sua anche solo per riposare la mente. Era il posto migliore per nascondersi da Lord Blackthorn.

"Buona fortuna a voi! - le augurò Giacinta, con acredine - Mi auguro che sarete più gentile, quando avrete riposato un po’! Mi dispiacerebbe che il vostro malumore rovinasse la mia gioia più grande, quella di fidanzarmi col mio principe!” Ciò detto, uscì dal salone, lasciando Scarlett in pace. Finalmente.

Anche Scarlett si augurava di sentirsi meglio, più tardi. Per ora era così stanca che avrebbe volentieri messo le mani su qualcuno. Ma temeva che non avrebbe riposato neanche un attimo. Era troppo preoccupata per ciò che aveva visto del suo futuro… e ormai era convinta che non potesse fare nulla, per cambiarlo.





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Christian e Scarlett hanno dei ricordi in comune di cui non vogliono parlare. Dopo essersi incontrati di nuovo, devono scendere a patti con se stessi e cercare una linea comune, ammettere finalmente la verità…che è l'ultima cosa che vorrebbero fare. In realtà sono attratti l'uno dall'altra ma devono trovare un modo per superare le loro diversità e permettere finalmente all'amore di sbocciare.

Christian Kendall, Marchese di Blackthorn, non ama le responsabilità del suo titolo nobiliare. Se non avesse degli obblighi nei confronti della propria casata, avrebbe preferito di gran lunga viaggiare nel tempo, come aveva già fatto suo fratello Nicholas. Il suo amato fratello gli manca così tanto, e si sente perso senza di lui.

Lady Scarlett Lynwood si sente perduta: non fisicamente, ma nell'anima. Vorrebbe esplorare il mondo e goderlo nella sua interezza, e per questo sa che non deve permettersi di cedere all'amore. Sfortunatamente, sa che le cose andranno diversamente. Ha il dovere di presenziare ai balli e ai ricevimenti e trovarsi un marito. Quello che i suoi genitori ignorano è che lei non ha alcuna intenzione di sposarsi e dedicarsi alla famiglia. Ha uno spirito avventuroso, ed è difficile penetrare nel suo cuore.

Christian e Scarlett hanno dei ricordi in comune di cui non vogliono parlare. Dopo essersi incontrati di nuovo, devono scendere a patti con se stessi e cercare una linea comune, ammettere finalmente la verità…che è l'ultima cosa che vorrebbero fare. In realtà sono attratti l'uno dall'altra ma devono trovare un modo per superare le loro diversità e permettere finalmente all'amore di sbocciare.

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