Книга - Connor

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Connor
Virginie T.


un romanzo paranormale tra un mutante e una fateliana (popolo avente poteri soprannaturali) sul fondo di una lotta di potere All’ origine, il mondo era un popolo di umani, di mutanti e di fateliani. All’apparenza, la pace regnava tra i popoli. Ma se avessimo grattato la superficie, avremmo scoperto che la realtà era completamente diversa.Con metodo e pazienza, i branchi animorfi hanno sterminato a uno a uno tutti i fatali. Li hanno fatti sparire dalla faccia della Terra. In fondo, è quello che tutti hanno pensato durante gli scorsi venticique anni… mi chiamo Connor e sono il capo del branco degli Angeli Guardiani, incaricato di proteggere i testimoni di eccessi dei branchi ribelli. Nonostante ciò, non mi aspetto di scoprire che la persona da soccorrere non è altro che la mia anima gemella tanto sperata e l' ultima della sua specie. Sono pronto a tutto per portarla al sicuro sul mio territorio e la rivendicherò mia.





Virginie T.

Connor – Il branco degli angeli guardiani








All’ origine, il mondo era un popolo di umani, di mutanti e di fateliani. All’apparenza, la pace regnava tra i popoli. Ma se avessimo grattato la superficie, avremmo scoperto che la realtà era completamente diversa.Con metodo e pazienza, i branchi animorfi hanno sterminato a uno a uno tutti i fatali. Li hanno fatti sparire dalla faccia della Terra. In fondo, è quello che tutti hanno pensato durante gli scorsi venticique anni… mi chiamo Connor e sono il capo del branco degli Angeli Guardiani, incaricato di proteggere i testimoni di eccessi dei branchi ribelli. Nonostante ciò, non mi aspetto di scoprire che la persona da soccorrere non è altro che la mia anima gemella tanto sperata e l` ultima della sua specie. Sono pronto a tutto per portarla al sicuro sul mio territorio e la rivendicherò mia.



Connor



connor


Il branco degli


Angeli Guardiani




    Virginie T.


Tradotto da Sara Borri Gaspardin


© 2020. T. Virginie


Il branco degli angeli guardiani: Connor




Prologo


All’origine, il mondo era un popolo di umani, mutanti e fateliani. All’apparenza, la pace regnava tra i popoli anche se ci mescoliamo veramente poco: vivendo gli uni accanto agli altri senza un contatto reale, avendo tutti un posto ben definito. Ma se avessimo grattato la superficie, avremmo scoperto che la realtà era completamente diversa.

I fateliani detenevano il potere da decenni. Le loro classi comprendevano profeti, telepatici, telecinetici e altri esseri dai doni straordinari. Erano molto potenti e fungevano da giudici in caso di conflitto, poiché di una saggezza esemplare.  Alcuni gruppi di mutanti invidiavano questo potere. Si consideravano tutti così potenti e, in quanto predatori, stimavano che toccava a loro dirigere il mondo. Volevano essere i capi di tutti i potenti, contrariamente ai fateliani che governavano con giustizia ed empatia. Inoltre i branchi possedevano un vantaggio innegabile: gli animali sentivano la magia che circolava nel sangue dei fateliani. Il branco dei Black, tra gli altri, faceva parte di questi gruppi in cerca di ricchezza e conoscenza.

Con metodo e pazienza, i gruppi dissidenti hanno sterminato a uno a uno tutti i fateliani per accedere alle più alte sfere economiche e politiche. I primi coinvolti sono stati i profeti. I clan volevano eliminare con priorità quelli che avevano la capacità di predire il loro progetto, e dunque il loro attacco. La maggior parte degli umani ignorava la loro particolarità fisica, poiché questa, così preziosa per il loro popolo, viveva quasi in autarchia. Ma i mutanti sapevano tutto su di loro. Non possedevano alcun potere offensivo e i loro occhi le tradivano in faccia ai nemici.

Impossibile per loro di nascondersi tra gli umani. Malgrado il loro incredibile dono, non hanno potuto fare niente contro l’attacco di massa che le ha attese. Gli altri fatali sono in seguito stati tracciati e uccisi a uno a uno nella penombra, senza che ciò non sollevi domande. Degli incidenti in macchina, delle crisi cardiache o degli attacchi di “animali selvaggi” nella foresta. Niente di sospetto in apparenza, anche se questo ha sollevato dei punti interrogativi tra gli umani e i mutanti con il tempo.

I ribelli li hanno fatti sparire dalla faccia della Terra e l’esistenza dei fatali è caduta rapidamente nell’ oblio. Siccome nessuna prova concreta rivela i colpevoli, solamente dei sospetti, nessuno è stato punito. Nessuno ha vendicato questo popolo pacifico sterminato per la loro stessa essenza. Un vero genocidio. Per nostra salvezza, i branchi ribelli non sono diventati i capi del mondo per il momento.

Gli umani e gli altri branchi hanno realizzato ciò che si era prodotto sotto i loro occhi e sono stati inorriditi dalla loro stessa inazione. Le cose sono cambiate, si sono evolute, da quel dramma, rasserenando i legami tra umani e mutanti, per far sì che una simile tragedia non si possa mai più riprodurre. Ma era troppo tardi: il male era fatto, il popolo magico era stato annientato.

In fondo, è quello che tutti hanno pensato durante gli scorsi venticinque anni…




Capitolo 1



Sevana

Faccio il mio giro di guardia all'ospedale Jefferson come faccio cinque giorni a settimana, da due a tre volte al giorno. Adoro questo luogo. Lavoro al servizio delle cure intensive di un piccolo ospedale al centro di una cittadina principalmente diretta dagli umani, popolo di cui faccio parte. So che sono utile qui, ed è per questo che ho scelto questo posto, da sei anni. Mi auguro di aiutare la gente e questo è il luogo ideale per riuscirci.



– Buongiorno Sevana. Hai passato un buon weekend?

– Buongiorno Ashley. Non male e tu?

– Benissimo. Un bellissimo weekend a restare nel letto con il mio nuovo amore. Tu hai fatto incontri interessanti?

Sempre la stessa domanda di lunedì mattina. È ripetitivo e un tantino orripilante. Adoro Ashley. È mia amica da quanto sono stata assunta in questo servizio, però so esattamente cosa significa la sua alzata di sopracciglio. La mia vita sentimentale, o piuttosto l'assenza della mia vita sentimentale, è il suo soggetto di discussione preferito da quanto mi ricordo. Accidenti, ho solo ventisei anni! Non sento il panico del mio orologio biologico che sembra tanto inquietare la mia amica. A credere che ho una data di scadenza e arriverò presto all'esasperazione! Non che non mi interesso agli uomini. Ho già avuto delle relazioni. Diciamo solamente che la mia piccola peculiarità non piace a tutti e che pochi mi hanno dato abbastanza confidenza in me stessa per mostrargli la vera me. Senza contare la mia capacità fuori norma che mi fa capire delle cose che preferirei ignorare e che fallisce la mia relazione molto prima del previsto.

In genere, non sono che un passatempo prima della prossima avventura seria con una signora. Questo non dona veramente molta voglia di restare con il suddetto zoticone che desidera soltanto passare del tempo con me. Non ci tengo a essere un colpo veloce fatto di passaggio. Aspiro a meglio che questo. Questo è il motivo per cui so in anticipo che le mie attività del weekend non saranno di gusto per Ashley.



– No. Mi sono fatta una domenica coccolandomi con un buon romanzo e un bagno caldo. Un vero weekend rilassante.

– Sei esasperante. A questo ritmo finirai come una vecchia gattara! Quando troverai un gentiluomo per prendersi cura di te?

Le faccio la linguaccia come una ragazzina. Quello che lei può pensare o temere mi passa leggermente sotto gamba. Sono convinta che quando il momento sarà arrivato, l’uomo fatto per me entrerà nella mia vita e non ne uscirà più.

– Ci ritroviamo per mangiare?

– D’accordo. A presto.

Perché accetto di raggiungerla per i pasti ogni volta? So benissimo come andrà a girarsi la conversazione. Lei proverà ancora a organizzarmi un appuntamento con uno delle sue conoscenze. E questi appuntamenti organizzati, per i pochi che ho accettato pur che mi lasci un po’ tranquilla, si sono rivelati tutti disastrosi. Gli uomini della sua cerchia hanno la tendenza ad immaginare che io non penso che andare a letto o che è un gioco da ragazzi, perché dopotutto, ho la fortuna che mi rivolgono un po’ di attenzione, e che quindi loro non hanno bisogno di fare sforzo per sedurmi.



Rientro nella camera più vicina rimproverandomi interiormente della mia debolezza nei confronti della mia amica, semplicemente non voglio offenderla, ma ciò mi costa. Mi scuoto mentalmente per mettere da parte i miei pensieri e riprendere una posizione professionale.



Vado al capezzale del paziente ed effettuo il mio rito. Sempre lo stesso: prendo conoscenza della cartella, verifico le costanti del malato e tocco la sua mano. Quest’ultimo punto è la mia marca di fabbrica personale. Sono solo io a procedere in questo modo e resto estremamente discreta su questo dettaglio, ma è indispensabile. Diciamo che ho, uhm, dell’intuizione. A volte, con un semplice contatto fisico, apprendo delle cose sulla persona in questione. Percepisco il suo avvenire, una possibilità, ciò che potrebbe accadere se nessuna persona esterna intervenisse, in ogni caso. In questo quadro del mio lavoro, saprei se lo stato del mio paziente peggiorerà o no. Durante il servizio mi chiamano l'angelo guardiano. Ho permesso di salvare numerose vite con gli anni e i miei colleghi non si stupiscono più quando chiedo rinforzo per un malato che appare stabile. Come ora, per questo mutante lupo arrivato questa mattina in condizioni molto gravi, e di cui il cuore cesserà di battere in qualche istante. Io non perdo tempo e attivo il citofono.

– CARRELLO DI RIANIMAZIONE CAMERA 4.

Il medico di guardia piomba correndo, seguito dalla mia amica Ashley, che è responsabile del reparto insieme a me.

– Bilancio, infermiere Slat?

– Paziente mutante lupo maschio, vent'anni, lacerazioni multiple all'addome, parecchie costole rotte, doppia frattura al braccio sinistro.

– Ragione d’allarme?

– Arresto del ritmo cardiaco imminente.

Il dottore non questiona la mia diagnosi.

Io dipendo generalmente dalla sua squadra, egli è abituato ai miei allarmi dati parecchi preziosi minuti in anticipo e se, all'inizio, li hanno rimessi in causa, non è più il caso odierno.

I medici mi danno totale fiducia. Egli prepara subito il defibrillatore e tutti aspettano in silenzio per intervenire al momento opportuno. Non daremo comunque nessuna scossa elettrica a un uomo il cui cuore batte a un ritmo regolare. Sono sicura del mio pronostico, ma una cosa mi lascia perplessa: questo non è il primo mutante di cui mi occupo, anche se è piuttosto raro di accoglierne uno in questo ospedale, e so che il loro metabolismo differisce da quello degli umani. Loro guariscono velocemente in tempi normali. Molto più velocemente di noi. Ora, quest’uomo è tanto sull’ orlo del baratro quanto alla sua ammissione. Nessuna di queste ferite presenta un inizio di cicatrizzazione e non ha ripreso conoscenza una sola volta. Qualcosa mi sfugge. Un’anomalia che non riesco a circoscrivere e che sembra importante, e la presenza di una traccia di puntura nel suo collo mi preoccupa. Effettuerò una ricerca approfondita al più presto. Forse il suo prelievo del sangue mi farà capire di più su di lui. Per ora, non è il momento di interrogarsi ancora a lungo su questa anomalia. La frequenza cardiaca comincia a rallentare.

– Lui sprofonda. Ci allontaniamo.

Il medico procede al primo choc elettrico senza alcun risultato.

– Aumentiamo la potenza.

Un altro choc seguito da una ventilazione polmonare manuale a mio carico mentre che Ashley si occupa dell’apparecchio di rianimazione.

– Ancora.

Alla terza scarica, il malato si stabilisce finalmente. La sua curva cardiaca riprende dei picchi regolari. Un altro contatto fisico sulla sua mano mi permette di affermare che se l'è cavata. Per ora, in ogni caso. Solo l’avvenire ci dirà se è definitivamente salvo. Lo terrò in stretta sorveglianza fino al primo segno di risveglio, poi resterò in disparte, mantenendo la promessa fatta ai miei genitori.

– Ancora un eccellente lavoro signorina Slat. Un giorno, bisognerà che mi spieghi come fa a predire l’aggravarsi della salute dei pazienti quando niente ce lo indica. Lei ci permette di fare dei miracoli. Avete salvato la vita di questo candidato. Sarebbe molto utile avere più infermiere come lei.

Io gli sorrido diventando rossa e alzo le spalle, poiché non ho alcuna risposta da dargli. Non so come funziona il mio dono e l'ho considerato per molto tempo una maledizione, perché non avevo nessun controllo su di esso. Ho sempre avuto questa facoltà, da quando la mia memoria ricorda e i miei genitori mi hanno impedito di parlare di questo e del mio difetto fisico, perché le persone mi rifiuterebbero all’istante. La mia famiglia aveva un preconcetto: la popolazione non ama quelli che sono diversi, fonditi nella massa. Ho seguito il loro consiglio e mi è piuttosto riuscito fino ad oggi.



È in quel momento che appaiono due uomini nella stanza. Molto imponenti, larghi di spalle e un corpo muscoloso, passano a malapena dall'inquadratura della porta e sono impressionanti. Il loro viso è saldo e i loro occhi luccicano di un riflesso d'oro fuso. Dei mutanti, senza ombra di dubbio. Non ne avevo mai visti in eccellente forma fisica e l’aria di meraviglia che emanano mi mette a disagio. Indietreggio d'un passo per ritrovarmi in un angolo oscuro della stanza. Reazione probabilmente inutile, poiché essi scrutano solamente l'uomo disteso sul lenzuolo, senza più interesse per la gente intorno.

– Tsss, tsss, tsssss, perché averlo rianimato? Bisognerà ricominciare il lavoro da capo. Questa volta, non partiremo prima di esserci assicurati del successo della nostra missione.

Ricominciare cosa? Quale missione? La loro espressione facciale è forse neutra, ma le loro intenzioni sembrano cattive.

Ashley si posiziona al più presto davanti a loro, confondendo la loro vista sul lupo. Lei arriva a stento al livello delle loro spalle, ma non bisogna fidarsi della sua corporatura esile, la mia amica può essere feroce in caso di bisogno.

– Spiacente signori, le visite sono vietate in questo settore. Siete della famiglia?

Senza neanche degnarla di uno sguardo, il più ben piantato dei due, un bruno dai capelli lunghi, con uno sfregio sulla guancia, le dà un violento colpo sulla testa. Io urlo vedendo la mia amica cadere al suolo come una massa inerte, del sangue sulla tempia, attirando malauguratamente tutta la loro attenzione su di me.

Si avvicinano a me con andatura sciolta ma minacciosa. Dei veri predatori e io sono diventata la loro preda. Ora capisco meglio perché i miei genitori mi hanno insegnato a stare lontana dagli animorfi. Il mio superiore tenta coraggiosamente di interporsi malgrado l'innegabile differenza di sagoma. Il mio collega sembra un misero hobbit in confronto a due orchi! C'è un netto squilibrio di forze. Sfortunatamente per lui, il secondo uomo lo prende per il collo e lo fa sbattere contro il muro dall'altro lato della stanza senza difficoltà, come se non pesasse più di una piuma, facendogli perdere coscienza. Io mi trovo dunque sola davanti a loro e in tutta lucidità, non sono all'altezza contro questi due grezzi dalle intenzioni incerte. Dall’alto del mio metro e sessanta e dei miei miseri cinquanta chili, non ho certamente la forza di respingere dei maschi che sembrano talmente gonfiati a steroidi che le loro vene escono dai loro bicipiti. Devo vincere sul tempo aspettando l'arrivo dei vigili. Il mio grido ha sicuramente dato l'allerta e i rinforzi non dovrebbero tardare. Devo assolutamente farli parlare. È nelle mie corde. Quando sono sotto stress, discuto senza sosta, una vera pipetta. L’unico problema è che ora sono al di là dello stress, sono piuttosto terrorizzata, cosa che mi serra la gola al posto di sciogliermi la lingua.

– Cosa volete? Posso certamente aiutarvi.

– Solamente mettere a punto una storia di clan. Niente che ti riguarda, bambola. Resta tranquilla e non ti beccherai che una piccola botta sulla testa. Tu sei senza interesse per noi e non occorrerà che tu provi di nuovo a salvare questo traditore.

L'aggressore di Ashley guarda il suo complice indicando con un movimento di testa il paziente, inerme e senza difesa sul suo letto di ospedale, dandogli un ordine silenzioso. Vorrei intervenire, ma il Signor cicatrice mi ostacola il cammino piazzandosi sulla mia traiettoria senza staccarmi gli occhi, bloccando la mia visibilità sul paziente. Sono obbligata a inclinare la testa di lato per osservare il seguito degli avvenimenti. Colui che suppongo essere il subalterno si dirige verso il malato e poggia la mano direttamente sul torace del lupo senza esitare un secondo, come se tutto fosse normale, essendo quello che doveva essere il suo cuore fino a che il tracciato dell'elettrocardiogramma sia piatto. Il bip di sconforto è assordante alle mie orecchie e un grido di terrore resta bloccato al fondo della mia gola di fronte all'orrore della situazione. Sono là, impotente, ad assistere ad una vera esecuzione. Una volta soddisfatto del lavoro della sua comparsa, signor muscolo mi fissa di nuovo e inspira profondamente per sentire il mio odore, essendo l'olfatto un senso essenziale per loro. So che è un riflesso da mutante, ciò che non mi impedisce pertanto di esserne a disagio, come se non mi avessero toccata senza chiedere il mio permesso. I suoi occhi si squadrano improvvisamente e si mette a brontolare arricciando le labbra, scoprendo dei canini lunghi e appuntiti. Questo è un brutto segno. Bisogna credere che il profumo del mio sapone gli piace. Io farfuglio più che parlare.

– Spiacente, il mio profumo è poco forte.

– Fateliana, tu non dovresti esistere. Risolverò questo problema immediatamente. I miei antenati non hanno fatto tutto questo per niente. La lotta non è terminata.

Di cosa parla? È matto. I fateliani sono effettivamente spariti. L’ho imparato durante i miei corsi di storia quando ero bambina, senza che me lo insegnassero in quelle circostanze. I fateliani sono invocati solamente per le scoperte scientifiche che hanno permesso. Non è una storia molto gloriosa e gli umani così come i mutanti preferiscono lasciare in silenzio la loro inazione e le conseguenze sul mondo che questa ha generato. Non ero che una neonata quando l’ultimo fateliano è stato massacrato e i miei genitori sono tutto quello che c’è di umano. Comprendendo tutta la sua intenzione di uccidermi, sebbene la sua ragione mi sfugga, tento una schivata verso la porta, ma lui mi prende il braccio con una forza incredibile.

Il mio osso scrocchia in un rumore macabro ma non ho il tempo di urlare il mio dolore che delle unghie affilate come lame di rasoio mi trafiggono i fianchi per mantenermi in posizione contro il suo torso. Quindi appoggia il naso sulla mia capigliatura e inspira di nuovo.

– Tu senti la magia. Sarà una vera delizia.

Non muoverti, sarà veloce. O quasi.

È allora che il secondo uomo, più magro, ma comunque atletico, mi annusa il collo prima di piantarci profondamente i canini.

– Com'è possibile? Credevo che questo popolo era sparito da molto tempo.

– E questo è il motivo per cui lei raggiungerà i suoi nel nulla.

– Da quando abbiamo preso ciò che vogliamo?

– Certamente. A noi la forza sverginata.

Pietà no. Non si accontenteranno di una botta finalmente. Un’enorme bolla d’angoscia mi ostruisce la laringe. Essi mi intagliano il ventre, mi mordono più volte a livello della clavicola succhiando il mio sangue come vampiri, solo che questi ultimi rivelano soltanto finzione mentre la mia aggressione è tremendamente reale.

Si direbbe che ci trovano gusto a torturarmi. Sento le mie forze abbandonarmi man mano che il mio sangue si stende sul piastrellamento bianco, formando un contrasto dei più macabri, e la sofferenza è insostenibile. Prego per svenire prima del mio ultimo soffio e che il mio calvario abbia così fine, ciò che succederà all'istante a meno che dei vigili armati aprano la porta con fracasso per soccorrermi.




Capitolo 2



Connor

Prendo il mio caffè sulla terrazza del mio appartamento, come tutte le mattine, quando ne ho la possibilità. Sono spesso in giro per lavoro e faccio di questo luogo la mia oasi di pace. L'esterno è tutto in legno dal pavimento al tetto, e sistemato in modo da ricevere il branco al completo, con tavoli e sedie disposti qua e là davanti all’edificio. Il luogo è calmo e nel mezzo di un bosco, ideale per il mutante ghepardo che sono. Impossibile indovinare, visto da qui, la funzione originale di questo posto. Ho bisogno di verde e di spazio per sentirmi libero e disteso e congeniato per il contatto sociale. È per quest'ultima ragione che il mio chalet non è isolato nel mezzo del nulla, come ne risento talvolta la voglia, ma nella prossimità di altri chalet dello stesso stile che il mio, senza comunque essere gli uni sopra gli altri ci conferiamo una certa intimità.



Sento qualcosa proveniente dalle vicinanze, delle porte che si chiudono e un fruscio di foglie sotto i piedi di uomini. I miei luogotenenti, così come il mio amico sciocco, non tarderanno a farmi visita per il nostro rituale quotidiano: corsa e lotta sotto la nostra forma animale. A volte i membri dominanti del branco si uniscono a noi per mantenersi in forma. È importante per l'unione della squadra e indispensabile per il rafforzamento del luogo del branco. Dopotutto, siamo un clan fuori norma. L'unico branco somigliante a degli animorfi di specie differenti. Adoro questi momenti di calma dove lasciamo libera corsa alla nostra parte animale.

– Sei in forma, Connor?

– Non male, e tu?

– Boh, come una mattina in cui mi risveglio solo nel mio grande letto.

Pfff, Nate è incorreggibile. Se dorme solo, senza donna per riscaldare le sue lenzuola, è di malumore. Nonostante ciò, qui, le regole sono severe e uguali per tutti: nessuno straniero, o straniera in questo preciso caso, può entrare nel nostro territorio. È una questione di sicurezza. Questo territorio è un rifugio per un numero tra di noi ed è impossibile entrarci senza esserne autorizzati.

E siccome non siamo usciti da molti giorni, dalla fine della nostra ultima missione in effetti, Nate comincia a sentirsi solo.



– Usciremo stanotte se vuoi. Potrai gustarti un’orsa in calore.

– No, non un'orsa, sono troppo istintive. Si aspettano a ogni volta una storia seria e lui non ne vuole sapere. Preferisco aspettare quella buona, l’unica creata per me.

Comprendo il punto di vista di Nate. In quanto mutanti, sappiamo che possediamo un’anima gemella da qualche parte su questa terra.



Sfortunatamente, pochi la trovano e non è raro che un mutante decida di unirsi a un’altra che non gli è stata destinata, ma che lo rende felice. Io, io sono come Nate. Aspetto la donna perfetta per me. Sono convinto che se lo merito, il destino la metterà sul mio cammino.  Il mio amico arriva in quel momento e prende in mano la situazione in corso.

– Come tutti noi amico mio. Non è vero Connor?

– Esatto. Ciao Sean. Gli altri arrivano?

– Liam e Owen hanno passato la serata in città.

Li conosci, trovano sicuramente molto difficile uscire dal letto alla conquista del giorno. Non dovrebbero tardare.



Comunque, si vedrà. Devono essere ancora intenti a scoprire.

– Ok, cominciamo dalle ragazzine.

Adoro corteggiarle, questo le motiva. In realtà, sono dei combattenti spaventosi, così tanto agguerriti come me e alcuni dei miei amici fidati. Rimetterò la mia vita nelle loro mani senza esitazione. Ci svestiamo rapidamente per non distruggere i nostri vestiti e prendiamo la forma del nostro animale. La mia bestia è eccitata di essere sulle sue quattro zampe e non perde tempo, balza sul leone davanti a noi, che risponde con un colpo di zampa molto più grande della sua. È molto più imponente di noi ma il mio animale è più agile e rapido. A ognuno i suoi punti forti. Sean ed io ci giriamo intorno, cercando rispettivamente una faglia nella difesa dell’avversario, quando l’orso di Nate ci carica e ci fa rotolare contro un albero. La sua tecnica preferita: la palla di demolizione. Nate non guarda nei particolari, ma è efficace. Grrr, avrò un bollo. Me la pagherà questo grosso balordo. Contro un grizzly, la cosa più intelligente, è correre finché si stanca. Un mastodontico di più di trecento chili è temibile quando attacca, ma non ha certamente la resistenza di un felino. Il mio animale è il più veloce del mondo, sono imbattibile in corsa. Ancora serve il tempo di lanciarmi. Mi incastro quindi tra i due alberi nel momento in cui si risentirono gli schiocchi di ossa caratteristici di una metamorfosi. I ritardatari hanno dovuto finalmente uscire dal loro coma etilico e non perdono tempo di entrare nella danza. Il gioco si rende più saporito. Un enorme lupo grigio mi colpisce sul fianco destro appena prima che prendessi la velocità mentre una magnifica pantera nera, tanto graziosa quanto furba, mi rende la zampa posteriore sinistra per farmi cadere sul fianco. Liam e Owen hanno l’abitudine di lavorare in coppia e hanno le loro tecniche di attacco.

Fortunatamente, il mio binomio è alto due metri più di me. Nate salta e si lascia cadere pesantemente su Liam che geme sotto il suo peso. L’orso non presta molta attenzione alla finezza, io sono felice di non essere il suo bersaglio quando vedo una salma grigia sepolta dalla montagna pelosa di un marrone brillante. Ne approfitto per afferrare Owen dalla pelle del collo e lo sforzo a indietreggiare. Sean si lancia Sean si lancia quindi nella mischia ruggendo e ringhiando. A noi tutti, formiamo un enorme pelliccia gialla, nera, marrone, grigia, punteggiata per luoghi. Difficile distinguere chi prende chi o cosa. Noi combattiamo, mordiamo e corriamo una buona parte della mattinata prima di riprendere forma umana davanti al mio chalet coperto di ciuffi d'erba e peli, di sangue e di bava. Per uno straniero, la scena che offriamo potrebbe essere allarmante. In realtà, le nostre ferite sono superficiali, lo scopo dell'esercizio non era di ferirci gravemente, ma di acquisire nuove tecniche e nuovi riflessi in modo da perfezionarci nell'arte del combattimento. In qualche ora, non ci sarà più niente. Afferro il getto d'acqua e ci risciacqua senza più cerimonia. Noi temiamo poco il freddo in ogni caso. Il nostro sangue è più caldo di quello degli umani, proteggendoci dalle variazioni di temperatura. Ci mettiamo in seguito fuori con una birra per fare il punto dell’allenamento.

– Buon lavoro ragazzi. Liam, Owen, la notte è stata corta?

– Spiacente Connor, ma questa ragazza era troppo sexy e…

– Non ho bisogno dei dettagli Owen, grazie.

Saresti meno efficiente, più lento del solito. La forza non è tutto in caso di attacco. Attenzione.

Mi mostro talvolta duro, ma la nostra sopravvivenza ne dipende. E tengo a ognuno dei suoi imbecilli, anche se non lo ammetterò mai.

– Rilassati Connor, non abbiamo missioni in questo momento.

Ah, l’ottimismo di Nate. Del gruppo, è la forza tranquilla e il difensore degli oppressi. Come se quei ragazzi avessero bisogno di essere difesi.

– Lo Nate, ma non durerà, non dura mai.

Sean non dice una parola. Sa che ho ragione. È il mio amico, il mio braccio destro, e gestisce le missioni secondarie quando io non sono disponibile. Lui prende ancora meno del buon tempo rispetto a me che ne prendo già poco. E tutto come per me, questo lavoro è tutta la sua vita e la sua ragione di vivere su questa terra. Del resto è lui che ci ha riuniti anche se avevamo tutti delle ragioni personali di essere qui. Noi cinque, rappresentiamo il piccolo branco degli angeli guardiani. Ci sono certamente altri membri, ma ne siamo i più importanti e i più forti. Io ne sono il capo, l’alpha. Sono responsabile di tutti e prendo questo ruolo molto seriamente. Gli ultimi tre presenti al mio fianco ne sono i difensori, i luogotenenti. Loro hanno un ruolo altrettanto essenziale che il mio. Senza noi cinque non esiste più il branco. Diventerebbe vulnerabile e sparirebbe rapidamente. Il nostro lavoro, grazie a delle sovvenzioni conseguenti, ci permette di far vivere il clan e ci ha dato questo territorio, un’antica base militare umana altamente fortificata. Ma questa non è superabile se non alla condizione che noi restiamo in vita per fare il suddetto lavoro. O il nostro impiego non è senza pericolo. Siamo al servizio del governatore quando la polizia umana è travolta dagli avvenimenti. Solamente per la protezione dei testimoni nelle ricerche che implicano dei mutanti. Gli umani non sono di misura comparati ad un animorfo in collera e determinato. Cosa valgono dei pugni contro degli artigli e zanne che vi possono distruggere in meno di un secondo? Noi combattiamo quindi per i nostri perché la giustizia li porta, rimpiazzandoli ai fatali scomparsi. Noi siamo la specie più potente sulla terra e io stimo, come i miei compagni, che questo non ci metta al di sotto delle leggi. C’è ancora bisogno che i testimoni siano viventi per presentarsi al tribunale, ed è là che la mia squadra interviene. La maggior parte delle persone che abbiamo salvato, spesso dal loro stesso branco, alcuni alpha amavano gli eccessi e l'oppressione, si sono insediati qui, con noi. Ecco come è nato questo branco.




Capitolo 3



Connor

Vedi cosa ho appena detto a Nate? O sono veggente, o il governo mi ha sentito. Sapevo bene che era troppo tempo che il mio telefono non suonava.

– Buongiorno governatore. Come state?

– Bene, ma è una tregua di banalità. Abbiamo un problema.

Come al solito, non mi telefonerebbe in caso contrario. I suoi colpi di telefono non sono mai per dare buone notizie. Il suo tono però mi rende nervoso e mette i miei sensi in allerta. Il governatore non è mai inquieto. Teso e stressato sì, ma mai angosciato, e oggi, potrei quasi sentire l’odore della sua paura attraverso la cornetta.

I miei amici notano immediatamente il mio cambiamento di postura: mi sono irrigidito e i miei istinti sono in allerta. Loro riprendono immediatamente la loro serietà, in attesa di informazioni sulla prossima missione.



– Vi ascolto.

– C’è stata un'aggressione in un ospedale umano. Un lupo ammesso la mattina stessa è stato ucciso.

È piuttosto raro che un animorfo si trovi in ospedale, soprattutto un ospedale umano, ma a parte questo…

– Ok, ma non posso fare niente per lui allora.

– Certo che no, ed è in corso una ricerca per conoscere le ragioni del suo pessimo stato al suo arrivo. Ma potreste aiutare un’infermiera che è stata al suo capezzale.

– Certo. Lei lo conosceva? Di quale branco fa parte?

– Per quanto ne so, lei non conosceva la vittima e non appartiene ad alcun branco. È un'umana ed è in coma. È stata attaccata dai mutanti venuti a sterminare il lupo.

Mi alzo dalla sedia e comincio a camminare su e giù. Questa storia non è banale.

– Vi chiedo scusa, ma di solito i clan non si affaticano neanche a minacciare gli umani perché sono troppo spaventati dalle rappresaglie per testimoniare contro di loro, e quindi ad attaccarli! Non abbiamo protetto che dei mutanti fino ad ora. Perché ferire questa donna umana?

– È che voi dovrete scoprire tutto proteggendola. Sono fuggiti e l'hanno lasciata per morta solo grazie a dei vigili che sono arrivati nella stanza armati a pugno. Sono stati obbligati a fare fuoco a più riprese per far sì che gli animorfi si decidessero a lasciare la loro vittima.

I vigili hanno riferito la presenza di molti mutanti di guardia intorno all’ospedale umano dall'aggressione di Melle Slat, una settimana fa. Si pensa che cerchino di sapere se è in vita o se soccomberà alle sue ferite prossimamente. E c’è il rischio che vogliano finire il loro lavoro quando scopriranno che è sopravvissuta. È fuori questione che una guerra scoppi tra umani e mutanti. Gli umani non spariranno senza battersi se la faccenda si evolve.

– D’accordo. Inviatemi l’indirizzo. Partiremo entro un’ora.

Questa questione è strana. Sarà la prima umana a beneficiare della nostra protezione. Non che sia importante, io rispetto la vita di tutti, umani o mutanti, per me è lo stesso. Ciascuno ha un posto sulla terra e un ruolo da giocare. Per quale ragione dei mutanti vorrebbero la morte di un’infermiera? In cosa è abbastanza importante da volersi assicurare la sua morte, al rischio di dichiarare una guerra? Tutto questo non ha alcun senso.

– Connor, ci sono problemi?

– Non ne so niente, Sean. Questa missione è insolita. Dobbiamo proteggere un’umana lasciata per morta da parte di mutanti.

– Per quale motivo un clan avrebbe fatto ciò?

– Questa è la domanda da centomila dollari a cui occorrerà rispondere. Il governatore teme una guerra tra i due popoli. Cosa che rischia di succedere se un branco di mutanti attacca un ospedale umano. Noi siamo forse fisicamente più forti, ma non siamo invincibili. Gli umani rischiano di spaventarsi e sparare a vista su tutti gli animorfi intorno. Sean, ti affido il branco. Gli altri partiranno tra un’ora…

Io recupero il mio zaino dalla mia stanza senza perdere tempo, girando e rigirando gli avvenimenti nella mia testa senza comprenderne il senso.



Il tragitto fino all'ospedale durerà tre ore di aereo più trenta minuti di macchina.

Avete già visto dei fauni in aereo? È come mettere un leone in gabbia. Non è una buona cosa.

Non siamo fatti per volare. Arriviamo quindi all'ospedale stressati, sui nervi e un po’ aggressivi. Avevamo bisogno di liberare le bestie per rilasciare la tensione.

Sfortunatamente, i mutanti che trovo essere in agguato senza alcuna discrezione, mi confermano che la situazione è instabile e pericolosa, quindi la libertà dovrà aspettare.

– Buongiorno signori, sono Georges Writ, il direttore di questo stabilimento. Contento che siate qui. Il governatore ha tutta la fiducia in voi e mi ha cantato i vostri elogi. Spero che possiate risolvere il mistero prima che la situazione sfugga. Il personale è molto nervoso con la presenza degli animorfi all'esterno. Vi condurrò da Melle Slat, l'infermiera ferita.





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un romanzo paranormale tra un mutante e una fateliana (popolo avente poteri soprannaturali) sul fondo di una lotta di potere All’ origine, il mondo era un popolo di umani, di mutanti e di fateliani. All’apparenza, la pace regnava tra i popoli. Ma se avessimo grattato la superficie, avremmo scoperto che la realtà era completamente diversa.Con metodo e pazienza, i branchi animorfi hanno sterminato a uno a uno tutti i fatali. Li hanno fatti sparire dalla faccia della Terra. In fondo, è quello che tutti hanno pensato durante gli scorsi venticique anni… mi chiamo Connor e sono il capo del branco degli Angeli Guardiani, incaricato di proteggere i testimoni di eccessi dei branchi ribelli. Nonostante ciò, non mi aspetto di scoprire che la persona da soccorrere non è altro che la mia anima gemella tanto sperata e l' ultima della sua specie. Sono pronto a tutto per portarla al sicuro sul mio territorio e la rivendicherò mia.

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